Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 10 novembre 2010

Lennie Tristano secondo Gerardo Iacoucci

di Luciano Granieri



Qualche giorno fa ho avuto il piacere di incontrare il maestro Gerardo Iacoucci. Il musicista verolano, docente presso il conservatorio  Licinio Refice di Frosinone è un eccellente pianista, compositore, nonché direttore d’orchestra. Inizia lo studio del pianoforte già nel 1948. Dal 1966 al 1969, frequenta il corso di composizione preso la Berklee School of Music di Boston ed è uno dei fondatori della “Scuola Popolare di Musica di Testaccio”. Nel 1982 riceve l’invito a dirigere le orchestre dalla RAI di Roma e Milano . Jazzista stimato negli Stati Uniti, si esibisce a Boston, New York e New Orleans dove, nel 1989 riceve la cittadinanza onoraria. 

E’ protagonista di innumerevoli concerti in tutta Europa alla guida della “Modern Big Band” e collabora con molti dei più grandi jazzisti americani europei ed italiani, fra i quali: Al Grey, Kenny Clarke, Lee Konitz, Dusko Goicovich,  Paolo Fresu, Gianluigi Trovesi, Enrico Pierannunzi, Sandro Satta ed altri.

 E’ autore del trattato: “Big Band soluzioni armoniche per l’arrangiamento moderno”. In veste di pianista è probabilmente il più autorevole prosecutore del filone stilistico tracciato dal pianista italo americano Lennie Tristano. Nel corso del nostro incontro il discorso non poteva non riguardare la musica e ovviamente il Jazz del quale lui è stimato attore protagonista, io semplice appassionato. 

In particolare il maestro Iacoucci , mi ha invitato ad ascoltare il suo ultimo lavoro, un tributo al pianista Lennie Tristano, inciso in occasione del trentennale della morte di questo importante artista.  Mi ha regalato il CD, registrato in coppia con l’eccellente contrabbassista Stefano Canterano, sollecitandomi a riportargli le mie impressioni. Impressioni che, a seguito di una sua richiesta, mi appresto a riportare anche su  AUT. 

 “Omaggio a Lennie Tristano” inciso per l’etichetta indipendente “Alfa Projects” è secondo me un opera notevole. La passione che Iacoucci ha per questo singolare pianista, tanto da svilupparne il filone stilistico, unita ad una elevata sensibilità imporvvisativa e ad una grande sapienza tecnica, hanno permesso  di realizzare e ricreare quel flusso armonico assorto, teso, quasi allucinatorio tipico della musica del miglior Lennie Tristano.

 L’Operazione effettuata nella realizzazione di queste tracce dal duo Iacoucci-Canterano, non è la semplice rilettura e improvvisazione dei brani di Tristano, ma è la proposizione di composizioni originali, solo due brani dei dieci di cui si compone il CD sono del pianista italo americano, dalla cui esecuzione emerge lo stesso pathos che il pianismo di Lennie riusciva a creare e trasmettere. Il progetto è sicuramente ben  riuscito pur nella sua notevole complessità . 

Infatti Lennie Tristano, pianista di origine italiana, la sua famiglia era originaria di Aversa, nato a Chicago nel 1919 cieco dell’età di nove anni, diventa protagonista della scena jazzistica proprio per il suo modo innovativo d’improvvisare. Si era alla fine degli anni quaranta quando il momento magico del Be Bop, stile reso famoso da Charlie Parker e Dizzy Gillespie, era al tramonto. Lo schema esecutivo si basava sull’esposizione di un tema  dal quale si sviluppavano le improvvisazioni dei musicisti. Questo schema caratterizzerà tutti gli stili successivi fino agli anni sessanta con l’avvento del linguaggio Free. Tristano rivoluzionò la modalità di esecuzione , eliminando l’esposizione del tema iniziale accedendo direttamente alla fase improvvisata . Praticamente componeva improvvisando, non esisteva più una sequenza fissa su cui basare le variazioni, ma questa scaturiva autonomamente determinando nel corso dell’evoluzione del brano  le linee melodiche  da sviluppare.  

Questo nuovo modo di suonare fu definito “Cool Jazz” proprio per l’atmosfera distaccata e complessa che generava. Un ulteriore sviluppo stilistico introdotto da Tristano prevedeva la liberazione dei brani dai vincoli ritmici che facevano da cornice alle improvvisazioni (il pianista non ha mai amato molto i batteristi e i contrabbassisti). Tali caratteristiche avrebbero contraddistinto in futuro  il Free Jazz un stile che si sarebbe affermato solo quindici anni dopo.

 Dunque per il duo Iacoucci-Canterano non si è trattato di riproporre un stile ma di ricreare un’intensità emotiva molto particolare.  Già dal primo brano “ Counter Point”  ,di Iacoucci, caratterizzato dall’ossessivo incedere ritmico creato dalle note basse del piano, e i fraseggi incrociati fra contrabbasso e pianoforte, si entra prepotentemente nell’atmosfera tristaniana . Viaggio che prosegue affascinante in “ What is this” di Canterano , “ Being For You” e “Indipendent” ,di Iacoucci, in cui la complessità e la pulizia del fraseggio di Canterano e l’uso di intervalli inconsueti, incalzati  da sequenze di accordi suonati con entrambe le mani da Iacoucci, creano una tensione rarefatta austera quasi ipnotica.

 I brani firmati da Tristano sono “Requiem”, blues dedicato a Charlie Parker, e “Lennie’s  Pennies”. In “Requiem”, Iacoucci ripropone fedelmente l’introduzione in piano solo, per poi sviluppare una struggente improvvisazione in duo con Canterano dal Pathos incredibile. “Remember Again” pur proponendo le atmosfere tristaniane è un brano più tradizionale. Evadono dalla poetica del pianista italo americano i brani “The light in darkness” di Iacoucci e “Lennie’s mood” di Canterano, brani in cui il contrabbasso viene suonato anche con l’archetto. In particolare “The Light in Darkness”, risulta un’ esecuzione pregevole, eleganti fraseggi rievocano  impasti sonori riscontrabili nei lavori di Astor Piazzola in collaborazione con Gerry Mulligan. 

Alla fine dell’ascolto si rimane incantati, ipnotizzati dal pathos che ancora aleggia nell’aria. Insomma un omaggio così efficace, alla complessa e forse unica poetica di Lennie Tristano, poteva essere tributato solo da Gerardo Iacoucci uno dei pochi profondi conoscitori dello stile del pianista di Chicago e musicista rigoroso e sapiente.




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