Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 23 ottobre 2010

Contributi integrativi ai conduttori meno abbienti per l'anno 2008


Frosinone, 23 ottobre 2010

Alla cortese attenzione dello
Assessore al Bilancio
Regione Lazio
Stefano Cetica
Via Rosa Raimondi Garibaldi, 7 - 00145 Roma

e, per conoscenza, a:
Assessore ai Servizi Sociali
Comune di Frosinone
Massimo Calicchia

Assessore alle Politiche sociali
Regione Lazio
Aldo Forte

Presidente del Consiglio regionale Lazio
Mario Abbruzzese



OGGETTO: Frosinone / contributi integrativi ai conduttori meno abbienti / anno 2008

Gentile Assessore Cetica,
Le scrivo a nome di un consistente gruppo di cittadini frusinati che hanno presentato domanda per ottenere il contributo per il pagamento dei canoni di locazione relativi agli anni 2007 e 2008.
Stando alle informazioni cortesemente fornitemi dall’assessore Massimo Calicchia, mentre i fondi 2007 sono pervenuti al Comune di Frosinone (che tuttavia non ha ancora provveduto a liquidare i diretti interessati), lo stesso non è ancora avvenuto per i fondi 2008.
A questo punto, Le chiedo cortesemente di accelerare al massimo l'iter della pratica. Le persone che si rivolgono a Lei per il mio tramite sono veramente disperate. Alcune di esse rischiano l'immediato sfratto dalle loro case.
Nel ringraziarLa per il Suo cortese interessamento, Le invio/inviamo i più cordiali saluti.
Claudio Martino

Claudio Martino
Via Firenze n.70
03100 Frosinone

Risolto il problema dei rifiuti a Napoli

Vignetta di Vauro da "il manifesto" di oggi



Solidarietà a Fabio Nobile

dalla Rete Antifascista Antirazzista del Basso Lazio






Le Rete antifascista antirazzista del basso Lazio esprime la massima solidarietà al consigliere regionale Fabio Nobile , della Federazione della Sinistra, per le minacce anonime subite dopo aver espresso la sua indignazione in relazione   al patrocinio del Comune di Roma (Città medaglia d’oro per la resistenza), amministrato dal Sindaco Alemanno, della sciagurata  esibizione del gruppo neo fascista ZetaZeroAlfa. Il governo delle destre dopo aver  legalizzato, l’illegalità diffusa, la mafia e il saccheggio morale e materiale di lavoratori studenti e insegnanti, ha cavato dalle fogne questi gruppuscoli, violenti e anticostituzionali, che finanzia e appoggia sia a livello locale con la connivenza di diversi sindaci Alemanno in primis, sia   a livello nazionale con il patrocinio del Mafioso Dell’Utri. FUORI I FASCISTI DALL’ITALIA .

venerdì 22 ottobre 2010

Solidarietà al consigliere Nobile per le minacce subite”

di Ivano Peduzzi Fds

Esprimo la mia totale solidarietà al consigliere regionale e portavoce romano della Federazione della Sinistra, Fabio Nobile, per le minacce anonime ricevute telefonicamente dopo aver espresso, in un comunicato stampa, la sua indignazione per il patrocinio del Campidoglio e del XX Municipio al concerto degli ZetaZeroAlfa”. E’ quanto afferma il capogruppo della Federazione della Sinistra alla regione Lazio, Ivano Peduzzi.

“La telefonata, in particolare, faceva riferimento a un frase del comunicato che riporta il verso di una canzone del gruppo neo nazista ‘nel dubbio mena e vedrai vivrai di più’.  Proprio tale frase è stata rivolta al consigliere Nobile in segno di minaccia da una voce anonima”, continua Peduzzi.

“Ovviamente – conclude Peduzzi - non ci faremo intimidire da queste bieche intimidazioni e continueremo a difendere i valori dell’antifascismo insiti nella nostra Costituzione”.

Alemanno FASCISTA E LAZZIALE

I parcheggi a Campo Testaccio!


di Massimo Izzi   dalla rivista "Il Romanista"









Lì dove è nato e cresciuto un mito, là dove Masetti prendeva il nipote di Ferraris IV per sollevarlo verso la folla, dove lacrime e gioia hanno segnato il tempo di questa città, sta nascendo una grande area destinata alle auto!



Non ci voglio credere. Ero presente quando Franco Sensi nel 2000 inaugurò il nuovo campo a Testaccio. Quel giorno a salutare la rinascita della culla sacra ai romanisti c’era anche l’attuale presidente della Roma, Rosella Sensi.
 La ricordo come una giornata splendida, come un sogno, tutto bello, persino l’affannosa ricerca per ottenere l’accredito e vivere da vicino il ritorno di una leggenda. A rendere tutto più solenne la presenza di Naim Krieziu, l’ala del primo scudetto della Lupa. Naim a Testaccio aveva debuttato, era in campo nella gara d’addio. Ci teneva molto, me lo disse, ad essere lì, 60 anni dopo per chiudere il cerchio.
Dopo l’abusivismo, l’incuria, l’oltraggio fatto alla storia era il trionfo del bello, l’apoteosi del giusto.
Proprio in quei giorni, grazie all’aiuto di Daniele Lo Monaco e di Fabrizio Grassetti diedi alle stampe un libro che non a caso intitolai: Testaccio per sempre.
Il sottotilo a dirlo oggi sembra una beffa: "Storia dell’amore a lieto fine tra un quartiere e la sua squadra". Era il mio omaggio a quell’epilogo favoloso, alla
dimostrazione che a volte la ricerca del tempo perduto ha successo.
La Roma non se n’era mai andata da quei due ettari di terra. Per chi abitava a Testaccio il riferimento era sempre presente: "Ci vediamo dietro al campo della Roma...".
Campo Testaccio, dicevamo non se n’é mai andato, ma la sua memoria ostinata era affidata solo alla memoria, unica custode di quel tempio. Dopo l’inaugurazione del nuovo campo, Testaccio di colpo non era stato più solo un ricordo, un’evocazione, si poteva di nuovo attraversarlo, sporcarsi le scarpe con il gesso che segnava le linee del campo.
Sotto il Monte dei Cocci si poteva tornare a calciare in rete, come avevano fatto in passato Bernardini e il primo Amadei. Non avrei mai creduto di vivere così a lungo da vedere quel giorno, ma ero altrettanto certo che mai più quel paradiso giallo-rosso sarebbe scomparso.
Quando un amico, qualche giorno or sono, mi ha detto. «Hai visto che hanno fatto a Testaccio?» non gli ho creduto.
Sono andato a Via Zabaglia con la speranza di scoprire che si trattava di uno scherzo di cattivo gusto. L’impatto è stato scioccante. Enormi scavi hanno
trasformato il campo in terra battuta in un paesaggio lunare. Le porte abbattute, in parte sommerse dalla terra, sembrano sul punto di affogare travolte da
un orripilante naufragio.
Non mi vergogno a dirlo, mi sono arrampicato sul muro di cinta per riuscire a scorgere il lato sotto il cimitero degli inglesi. Lì c’erano ancora intatti i sottopassaggi che portavano dagli spogliatoi alla botola d’accesso al campo. Se le ruspe sono arrivate sin lì hanno cancellato per sempre il miglio verde della nostra storia, un’infamia imperdonabile.
Mi sono attaccato al telefono, e dopo alcuni riscontri una voce mi ha detto. «Dovrebbero costruirci un parcheggio». E’ un amico, lo mando a quel paese:
«Un parcheggio sotto al Monte dei Cocci.... sul campo della Roma?».
«Si» ... Non ci credo, ancora oggi non ci voglio credere.
Stanno vendendo i box, c’è un ufficio che si occupa di questo. Non credo che in quell’ufficio sappiano con quanto orgoglio la gente di questo rione, e tutti
coloro che si riconoscono nella Roma guardano a questo lembo di terra.
Masetti quando percorreva il sottopassaggio prendeva per mano il nipote di Attilio Ferraris e lo sollevava verso la botola d’uscita, verso la luce, verso il boato della folla.
Tutto questo lo vendono ... "Ampio box, zona centralissima". ... Francamente di cose sciagurate in questa città ne ho viste a bizzeffe. Pensavo di aver raggiunto il vertice quando la sede della Fortitudo è stata spazzata via, dopo un secolo di storia per far spazio ad una nuova sede della Lumsa. Mi sbagliavo, i box a campo Testaccio è qualcosa di peggio.
In superficie, secondo il progetto, con tecniche all’avanguardia verrà riallestito un campo. Non ho più parole.
Una ridda di voci, m’insegue, poi Tonino Cagnucci mi chiede un pezzo sulle ruspe a Campo Testaccio. Guardo il foglio e l’unica cosa che mi riesce di scrivere
è ... non ci credo.






Ignobile il patrocinio del Campidoglio al concerto degli ZetaZeroAlfa”

da Fabio Nobile Fds



“Il Campidoglio sponsor d’eccezione per il concerto degli ZetaZeroAlfa, ma chi lo ha deciso?”. Così Fabio Nobile, consigliere regionale e portavoce romano della Federazione della Sinistra, commenta il patrocinio concesso dal Comune di Roma e dal XX Municipio alla presentazione del libro che si terrà domani a Ponte Milvio e che si chiuderà con il concerto del gruppo guidato da Gianluca Iannone. 

“Ancora una volta –continua- siamo a denunciare la contiguità che esiste tra il Comune di Roma ed i gruppi dell’estrema destra romana”.




Torniamo a ribadire tutta la nostra contrarietà, il nostro sdegno e la nostra indignazione per il patrocinio del Campidoglio e del XX Municipio al concerto degli ZetaZeroAlfa, in chiusura della presentazione del libro “Nessun Dolore” promosso da Casa Pound”. Così Fabio Nobile, consigliere regionale e portavoce romano della Federazione della Sinistra. 

“Una sponsorizzazione davvero ignobile – continua -  concessa a un gruppo neo-nazista e xenofobo che, ancora una volta, ci porta a denunciare la contiguità che esiste tra il Comune di Roma ed i gruppi dell’estrema destra romana”.

“Vorrei comprendere – prosegue - le motivazioni che hanno spinto il Campidoglio a concedere il patrocinio al concerto di un gruppo del circuito nazi-oi. Con quali criteri si è deciso di accostare il logo del Comune di Roma al nome di un gruppo che inneggia “nel dubbio mena e vedrai vivrai di più”?”.

“Se questo è lo spessore delle iniziative culturali patrocinate dalla Giunta Alemanno –conclude Nobile- forse sarebbe meglio cessare ogni sponsorizzazione”.


Il sindaco Alemanno allunga il suo campionario di cazzate....

Dopo la tassa sui cortei
Dopo il biglietto da far pagare ai non romani per entrare sulla spiaggia di Ostia
Dopo il proposito di radere al suolo Tor Bella Monaca
Dopo la demolizione del Glorioso Campo Testaccio dove giocava la mitica Roma di Amadei
Arriva la sponsorizzazione ai puzzoni fascisti analfabeti della musica oltre che analfabeti in generale 
A Sindaco!!!!! MA NUN SO BBONI PROPRIO A SONA!!!!

Resta valida la nostra proposta di far pagare al sindaco una tassa di 5.000 euro a cazzata.

La redazione.

Mostra di Foto-Reportage “Caleidoscopio: India”

 di Stephanie Raison


Elefante divino, intoccabili, colori, mucche, bambini che lavorano, pellegrini, templi, lebbrosi – tutte queste immagini si confondono e fondono nel “Caleidoscopio: India”. 

Il 22, 23 e 24 di ottobre la Villa Comunale di Frosinone ospita la suddetta mostra di foto e reportage raccolte dalla giornalista australiana residente in Italia, Stephanie Raison e Mimmo Ciaramella, il curatore della mostra, durante un lungo viaggio in India e con la collaborazione di Antonella Ricciotti in qualità di foto-editor.

“Vorrei presentare quello che ho visto e che ho provato durante il viaggio in India in una mostra fotografica aperta al pubblico: chi vede con i propri occhi non può restare indifferente alla realtà di questo paese – l’obbligo di chi vede è quello di testimoniare,” ha detto Stephanie Raison. 

L’ingresso alla mostra è libero ed aperto a tutti: sarà gradita una donazione all’Associazione italiana Polse - Olavina Halli.  Il centro Olavina Halli (Centro d’Amore) ospita lebbrosi e bisognosi di ogni genere vicino Mangalore nel sud dell’India.  Fu fondato da Suor Amelia Cimolino (dell’ordine delle Suore di Carità o di Maria Bambina).  Il centro è stato visitato da Stephanie Raison e Mimmo Ciaramella che testimoniano la grande opera della compianta Suor Amelia. 

“Costruire un villaggio che non fosse un lebbrosario ma dare una casa ed un lavoro a quelle persone, che la società emargina unicamente perchè colpite dalla lebbra, far sì che le famiglie disgregate si riunissero, ridare all'uomo quella dignità umana che nè le malattie nè le ingiustizie possono cancellare,” scrisse Suor Amelia quando incomincio' a far nascere il villaggio nel 1974.

Ora che Suor Amelia non c'è più, l'Associazione Polse-Olavina Halli cerca di tenere uniti tutti i suoi amici per contribuire alla prosecuzione della sua opera.

La nipote di Suor Amelia e Presidente dell’Associazione Polse-Olavina Halli, Antonietta Cimolino, spiega che “Olavina Halli (Villaggio dell'Amore) è stato in grado di provvedere ai lebbrosi, malati di tubercolosi, mendicanti e altri derelitti dei distretti  di Kinya, Thalapady e Kotekar e quanti altri arrivati da lontano, assecondando i loro desideri e le loro speranze e aiutando i loro figli a frequentare la scuola”.

“Tutto è stato realizzato grazie all'amore di Suor Amelia e alla generosità dei molti benefattori italiani e svizzeri,” ha detto Antonietta Cimolino.

“La donazione, la carità, l'adozione a distanza, sono scelte che nascono dal cuore, dalla bontà che spinge chi le pratica a farsi prossimo di ogni persona, particolarmente di chi soffre.  Il dono è' un gesto d'amore, di condivisione, di solidarietà è una grazia che traspare infondendo un sentimento di gioia, alla gioia di amare e di donarsi,” ha risposto Antonietta Cimolino sull’importanza della donazione.

La mostra è patrocinata dal Comune di Frosinone, Assessorato alla Cultura.  I main partner sono l’Associazione Doubleface di Frosinone e Studio Print 2080 di Roma.   

L’ inaugurazione e conferenza stampa con gli organizzatori della mostra, i rappresentanti dell’Associazione Polse-Olavina Halli e le autorità della Città di Frosinone si terrà venerdi 22 ottobre alle ore 12:00.  


Per informazioni ed interviste:
Stephanie Raison
Tel. 329 30 29 336
sraison@hotmail.com

Guai a strumentalizzare il ricordo di Peppino

di Luciano Granieri


Come co-redattore di Aut-Frosinone, questa volta non sono d’accordo con l’opinione  che  l’altra redattrice del blog Fausta Dumano, ha espresso  sull’iniziativa del  comune di Ceccano che  ha deciso di  intitolare  l’ Auditorium della “Mediateca Valle del Sacco” a Peppino Impastato e ha organizzato  un ciclo di incontri correlati all’evento, fra cui quello con Giovanni Impastato, fratello di Peppino, che avrà luogo il 4 novembre prossimo. Proprio perché il nostro blog è intitolato a Radio Aut, l’emittente libera fondata da Peppino, mi sembra necessario  e doveroso vagliare con attenzione le origini e le eventuali finalità di ogni manifestazione  volta a ricordarne la memoria prima di condividerla. Precisiamo che l’iniziativa del Comune di Ceccano si è resa possibile grazie ad un finanziamento della Regione Lazio. Soldi stanziati dall’assessore regionale alla cultura della precedente giunta Marrazzo, Giulia Rodano,  e destinati  dall’attuale consiglio  post fascista di Renata Polverini al comune di Ceccano per finanziare l’evento .  Fin qui nulla di male. Ma alla luce di  quanto  l’amministrazione Polverini ha fatto o “non” ha fatto per contrastare la mafia in questi mesi di governo la volontà di ricordare Peppino Impastato suona o poco consapevole, o strumentale. A suffragio di ciò che  sto dicendo giova ricordare quanto segue. Con la legge di assestamento di bilancio del settembre scorso, la giunta Polverini ha dimezzato lo stanziamento per il 2010 riservato al "Fondo per prevenire e combattere il fenomeno dell'Usura". Dagli originari 1,5 milioni di euro si è passati  750.000 euro.  Non solo, da mesi si attende che la stessa giunta emani finalmente il bando per gli interventi antiusura. L’amministrazione Poverini non ha ancora pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio il Regolamento di organizzazione dell’Agenzia regionale per i beni confiscati alle organizzazioni criminali nel Lazio (ABECOL). Il regolamento, non è ancora stato emanato dalla Presidente, nonostante sia un atto dovuto, normalmente svolto in una quindicina di giorni . La mancata pubblicazione del regolamento potrebbe costringere la Regione a restituire i primi beni confiscati che le sono stati assegnati, impedisce di attivare sia il fondo regionale per l’estinzione delle ipoteche sui beni sottratti alle mafie sia il fondo di garanzia per l’uso sociale di questi, inoltre ritarda l’emanazione del bando per l’uso sociale dei beni confiscati  . Nel Lazio risultavano confiscati al 31 dicembre 2009, 363 beni immobili e 101 aziende situate in 44 comuni, dati che collocano la regione al sesto posto in Italia per i beni immobili e al quarto posto per le aziende sottratte alle mafie. Tra i beni sequestrati figura anche il famoso Caffè de Paris di via Veneto.  Di positivo c’è  da registrare che la Presidente Polverini ha preso la decisione  di procedere alla costituzione di parte civile della Regione Lazio nel processo di Latina denominato Damasco 2 riguardante le infiltrazioni mafiose nella città di Fondi. Ma tale decisione è arrivata tramite una mozione presentata dai consiglieri di opposizione  della Fds Nobile e Peduzzi. Mozione la cui discussione ha sempre subito agguati e ostruzionismi  da parte della maggioranza.  Si sono registrate mancanze di numero legale, sospensioni immotivate dei lavori  nell’imminenza della discussione ,   episodi che dimostrano come pur nella positività della decisione finale, all’interno della  maggioranza di centro destra ci siano molti che cercano di  ostacolare  un confronto  atto a rafforzare la lotta alla criminalità nel  nostro territorio . Nella  decisione della regione di costituirsi parte civile nel processo Damasco2 pesa anche una petizione popolare firmata da molti cittadini di tutto il Lazio che non poteva essere ignorata.  Quanto sopra descritto dimostra come la volontà della giunta Polverini di porsi a baluardo contro le mafie e la criminalità organizzata sia meno che zero. Se a questo aggiungiamo che un suo compagno di partito Marcello Dell’Utri ha definito il mafioso Mangano un eroe, i dubbi sulle reali finalità dell’operazione di Ceccano, in memoria di Peppino Impastato sono motivati. Ribadisco la mia idea:  o la Poverini, trovandosi per le mani un iniziativa ereditata dalla giunta precedente ed essendo persona profondamente ignorante, non conosce  bene le vicende di Peppino Impastato, oppure questa è un’operazione di facciata volta a coprire le reali ed enormi mancanze di questa giunta regionale in materia di lotta alla mafia.  La memoria di Peppino Impastato non merita né ignoranza né tanto meno  strumentalizzazioni ed appropriazioni indebite. E proprio in virtù del fatto che il blog è dedicato a Peppino Impastato, ritengo che il suo ricordo   non possa essere patrimonio di chiunque. Non può essere patrimonio  di chi, non solo non si adopera per contrastare la mafia , ma anzi ne favorisce il diffondersi, ne  di chi è paladino di un’ideologia liberista, del tutto contraria alla formazione comunista di Peppino.  Sicuramente questo disaccordo con Fausta non mi indurrà a privarmi della sua amicizia.   La nostra non è un’amicizia virtuale nata sul caciaron-network Facebook, ma un’amicizia vera cementata in anni e anni di frequentazioni confronti discussioni e redazione comune del blog.  Dunque amici come prima e forse più di prima.

Ricordiamo Peppino riproponendo le sue trasmissioni radio




Onda Pazza del 5 maggio 1978: La Commissione elettorale
Il brano cominciava sempre con la sigla di Onda Pazza e con Peppino che al microfono parlava così: Diamo inizio con questa sigla, credo che già la conoscete tutti, questa è Onda Pazza, siamo qui tutti presenti, tutta l' equipe è pronta, un po' imbarazzata, un po' confusa perché la fase della preparazione è molto, molto difficile e molto laboriosa. Il brano La Commissione elettorale fu trasmesso il 5 maggio durante la campagna elettorale per le elezioni amministrative in corso a Cinisi e Peppino raccontava lo svolgimento della riunione clandestina, cioè della Commissione elettorale nel Comune di Cinisi, dove i componenti della Commissione, la maggior parte appartenenti alla Democrazia Cristiana, si dovevano dividere i 45 scrutatori. Peppino dai microfoni di Radio Aut introduceva così il brano: Cuna riunione elettorale a Mafiopoli ca sa hannu a spartiri tra di iddri, e sa nna pigliari i scrutatori. Anche in questo brano, durante la diretta, venivano inseriti alcuni interventi musicali, come la canzone Quelli che di Enzo Jannacci ; inoltre in questo programma, come in tutti i brani di Onda Pazza, Peppino faceva largo uso del linguaggio dialettale.



Secondo frammento della trasmisione COMMISSIONE ELETTORALE



giovedì 21 ottobre 2010

Polemiche sulla intestazione dell'auditorium di Ceccano a Peppino Impastato

di Fausta Dumano


Il comune di Ceccano ha deliberato di intitolare l’Auditorium della “Mediateca Valle del Sacco” di Ceccano a Peppino Impastato nello stesso tempo ha organizzato un ciclo di incontri per ricordarlo e farlo conoscere soprattutto fra i giovani. Incontri nelle scuole nelle biblioteche del sistema. Proiezione del film i “Cento passi” e esposizione delle tavole originali del fumetto “un giullare contro le mafie” di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso.  L’iniziativa è certamente lodevole ed interessane, considerando che la storia di  Peppino difficilmente entra nei libri di storia scolastici e Peppino è purtroppo sconosciuto a molti giovani. Su Facebook è nata un vespaio di polemiche, la redattrice  di Aut è stata “taggata” in una foto di Alberto Nalli, a cui avevo aperto la porta del mondo virtuale. Non conosco nel mondo reale i il signor Nalli. La foto diceva “Giù le mani da Peppino Impastato, perché  il comune ha ricevuto un finanziamento dalla Regione Lazio. La redattrice ha espresso la sua posizione “ Ben vengano le iniziative per ricordare il compagno Peppino  e se il Comune ha ricevuto  un finanziamento e lo spende per far conoscere la figura di Peppino Impastato dove è il “marcio”? Per aver espresso un giudizio positivo su quest’operazione la redattrice di Aut è stata “rimossa” dall’amicizia. Non mi strappo certamente i capelli per la disperazione. Condivido la manifestazione per Peppino Impastato e partecipo agli incontri, Peppino Impastato è una vittima  della mafia, non esistono vittime di seria A e di serie B, purtroppo nella lotta alla mafia Peppino era un ragazzo scomodo, un nome che si cerca di rimuovere. Il nostro blog Aut è un blog dedicato a Peppino.

Il Centro Peppino Impastato diffida l'ultimo libro di Saviano

Paolo Persichetti Fonte: Liberazione, 14 ottobre 2010


Dopo Gomorra anche l'ultimo libro di Roberto Saviano, La parola contro la camorra, sta suscitando polemiche. Questa volta è il Centro Peppino Impastato a sollevare il problema con una diffida inviata all'editore Einaudi. Umberto Santino, presidente del Centro e antico amico e compagno di lotte di Peppino Impastato, lamenta le gravi inesattezze storiche presenti alla pagine 6 e 7 del volume dove si ricostruisce con una incredibile dose di superficialità la vicenda della riapertura delle indagini sull'assassinio nel maggio 1978 del giovane militante di Democrazia proletaria su ordine del boss di Cinisi Tano Badalamenti. Nella ricostruzione proposta da Saviano il merito di aver lacerato il velo di silenzio sulla morte di Impastato, consentendo anche la riapertura dei processi, viene attribuito per intero al film I cento passi di Marco Tullio Giordana, presentato al festival di Venezia nel settembre 2000. I due decenni precedenti, il fondamentale lavoro di controinformazione, condotto all'inizio in piena solitudine, dal Centro Impastato e dai suoi familiari scompaiono nel buco nero della storia. L'omissione, segnalano i legali del Centro, è tanto più grave perché l'operazione editoriale mira ad una diffusione di massa del testo che così contribuirebbe a edificare una riscrittura del passato contraria alla verità storica. L'infaticabile lavoro di denuncia del Centro Impastato aveva portato la commissione antimafia ad occuparsi della vicenda già nel 1998 mentre le indagini e i processi hanno tutti avuto inizio prima del film, che semmai ha coronato questo risveglio d'attenzione sulla vicenda. Saviano non è nuovo ad operazioni del genere. Quando non abbevera i suoi testi alle fonti investigative da mostra di evidenti limiti informativi. In un'altra occasione aveva anche raccontato di una telefonata ricevuta dalla madre di Impastato, «che abbiamo verificato non essere mai avvenuta» ha spiegato Umberto Santino. Quest'ultimo episodio ripropone nuovamente gli interrogativi sul ruolo di amministratore della memoria dell'antimafia che a Saviano è stato attribuito da potenti gruppi editoriali. L'inquietante livello di osmosi raggiunto con gli apparati inquirenti e d'investigazione, che l'hanno trasformato in una sorta di divulgatore ufficiale delle procure antimafia e di alcuni corpi di polizia, dovrebbe sollevare domande sulla sua funzione intellettuale e sulla sua reale capacità d'indipendenza critica. Saviano oramai è un brand, un marchio, una sorta di macchina mediatica in mano ad alcuni apparati. L'uomo Saviano sembra divenuto una marionetta, un replicante. Quest'ultima omissione non appare affatto innocente ma la diretta conseguenza di una diversa concezione dell'antimafia, risolutamente opposta all'antimafia sociale di Peppino Impastato. La verità sul suo assassinio venne a lungo tenuta nascosta anche grazie al depistaggio di carabinieri e magistratura. Un passato che con tutta evidenza il dispositivo Saviano non può più raccontare.



 

La lotta a difesa degli attivisti della campagna BDS in Francia ein Europa

Una lettera dai compagni di Capjipo-Europalestine

Care amiche, Cari amici,
abbiamo una seconda bella notizia da annunciarvi (dopo il rilascio, giovedì scorso, di Alima e di Omar): i nove militanti spagnoli sottoposti a processo lunedì mattina a Madrid per aver partecipato ad un’azione di boicottaggio d’Israele, sono stati prosciolti dalle accuse dopo una sola mezz’ora di dibattimento, avendo il giudice riconosciuto il loro diritto alla libertà di espressione.
Ricordando i fatti, una sessantina di militanti spagnoli della Rete di Solidarietà contro l’Occupazione della Palestina (RESCOP) avevano manifestato il 24 giugno scorso la loro opposizione allo svolgimento di  conferenze indirizzate alla promozione di investimenti in Israele da parte di imprese spagnole. Poiché soltanto nove tra loro erano stati imputati, tutti gli altri partecipanti, nonché numerose decine di altri spagnoli – per un totale di 117 persone – hanno formalmente chiesto di essere anch’essi imputati. Una tale mobilitazione ha determinato questa eclatante vittoria. Che ci incoraggia a proseguire su questa strada, quella del rifiuto dell’intimidazione e del “Anch’io boicotto”.
PROCESSO AL BDS IN FRANCIA
Il prossimo processo al BDS che è annunciato in Francia è quello ai nostri compagni di Mulhouse, il prossimo 29 novembre.  Altrove vi sono altre persone inquisite, ma in questi casi le date delle udienze sono o più in là nel tempo oppure non ancora stabilite. Infatti, il processo di nostri tre compagni di Perpignan, Jeanne, Yamina e Bernard, inizialmente previsto l’11 ottobre 2010, è stato rinviato al 24 gennaio 2011. Olivia Zémor, presidente di CAPJPO-EuroPalestine è convocata in giudizio dinnanzi alla 17esima sezione penale del tribunale di Parigi, per aver pubblicato sul sito di EuroPalestine il video di un’azione collettiva della campagna BDS a Evry nel luglio 2009, sottoscritta da una decina di associazioni. La data di questo processo sarà annunciata il prossimo 29 ottobre. Nello stesso giorno, al tribunale di Parigi, verremo posti a confronto con un esponente della LDJ (lega di difesa ebraica), Steve Bismuth, che ci ha inviato un video contenente minacce. E’ stato condannato in prima istanza a tre mesi di reclusione col beneficio della condizionale, e questa è l’udienza di appello.
Un altro processo coinvolgente quattro persone (tra cui Olivia Zémor), chiamate in giudizio per le loro azioni di boicottaggio nelle banlieue 93 (Saint – Denis e Aulnay) e a Parigi, svoltesi nel febbraio e nel marzo del 2009, pochissimo tempo dopo i massacri di Gaza, deve aver luogo al tribunale di Bobigny. La data sarà fissata il prossimo 18 novembre. I querelanti sono sempre gli stessi (la banda Ghozlan-Goldnadel), altrettanto i capi di imputazione. Sarà nostra cura informarvi riguardo alle date, subito dopo che ci saranno state trasmesse. Altrettanto faremo per quanto riguarda il giudizio in appello a Sakina Arnaud, che deve essere tributato questo venerdì a Bordeaux.  Ma possiamo fin d’ora dire che auspichiamo, per queste differenti azioni di boicottaggio alle quali avevano partecipato oltre un centinaio di persone, di mettere in atto la procedura dei comparenti volontari, proprio come i nostri compagni spagnoli.  
E come i nostri compagni spagnoli, anche noi teniamo a sottolineare che non cederemo ai tentativi di intimidazione. Gli appelli al boicottaggio dell’occupante israeliano proseguono in Francia come in altri paesi. Vi invitiamo particolarmente a interpellare tutti i commercianti che vendono prodotti detti “israeliani” o di origine non precisata, e tutti i politici che accettano che tali prodotti entrino in Francia.
L’appello lanciato dalla società civile palestinese, il boicottaggio d’Israele, è assolutamente legittimo. Il suo scopo è mettere fine all’impunità dello Stato d’Israele, facendo pagare all’occupante il prezzo dell’occupazione, della colonizzazione, della pulizia etnica dei Palestinesi, e di tutti i suoi crimini di guerra. Riguarda quindi il boicottaggio economico, culturale, universitario e sportivo.
Questo movimento è in grande crescita. Appena ieri, si è saputo della decisione del famoso regista cinematografico britannico Mike Leigh di rinunciare alla sua trasferta di lavoro in Israele, a causa delle nuove leggi razziste votate dal parlamento israeliano, prescriventi che, d’ora in avanti, per acquisire la cittadinanza israeliana i non-ebrei prestino giuramento di fedeltà allo “Stato ebraico e democratico”.
TUTTI A MULHOUSE IL 29 NOVEMBRE PROSSIMO
La mobilitazione in sostegno ai militanti di Mulhouse, chiamati in giudizio per aver distribuito un volantino nel cui testo si invitava al boicottaggio dei prodotti israeliani e per aver portato una maglietta recante la scritta “PALESTINE VIVRA/BOYCOTT ISRAEL” deve essere forte quanto quella messa in atto per la difesa di Alima e di Omar.
Dedicheremo la giornata di lunedì 29 novembre per andare, da tutte le regioni della Francia, ad esigere sanzioni contro Israele ed il rispetto della libertà di espressione. Disponiamo fin d’ora di una cinquantina di biglietti ferroviari che da Parigi ci permettano di arrivare a Mulhouse domenica sera e di ripartirne nella serata di lunedì.  Saremo ospitati da nostri compagni del posto. Il processo avrà inizio alle ore 8,30 del 29 novembre, data che coincide con la Giornata Internazionale di solidarietà con la Palestina!
TUTTI COLORO CHE POTRANNO VIAGGIARE CON NOI, SONO PREGATI DI AVVISARCI (
info@europalestine.com), IN MODO CHE CI SIA POSSIBILE RISERVARE I POSTI NEL TRENO PARIGI-MULHOUSE AL PREZZO DI 30 EURO ANDATA E RITORNO.
UNO O PIU’ PULLMAN PARTIRANNO DA STRASBURGO LUNEDI’ MATTINA DI BUON’ORA. AL RIGUARDO, SIETE PREGATI DI CONTATTARE MICHEL FLAMENT (flament@evc.net).
TUTTI COLORO CHE VENGONO DA ALTRE CITTA’ E CHE POSSONO OFFRIRE O CERCANO UN TRASPORTO COLLETTIVO IN AUTOMOBILE, SONO PREGATI DI COMUNICARCELO.
ABBIAMO IN EGUAL MISURA BISOGNO DELLA VOSTRA SOLIDARIETA’ ECONOMICA PER CONDURRE AL MEGLIO TUTTE QUESTE AZIONI. CAPJPO-EuroPalestine si fa carico di tutte le spese legali degli imputati, nonché ogni altro aiuto di cui necessitano. Come ci siamo fatti carico del noleggio di un camion che ha assicurato gli interventi al megafono dinnanzi al tribunale di Pontoise, in occasione del processo ad Alima e Omar. Ci proponiamo di noleggiarlo anche per Mulhouse, grazie alle vostre offerte. Che vi preghiamo di inviare con un vaglia a CAPJPO-EuroPalestine, 16 bis rue d’Odessa. 75014 Paris, con la menzione “SOLIDARITE PROCES” a tergo.
Amichevolmente,
CAPJPO-EuroPalestinehttp://www.europalestine.com

31 ottobre assemblea nazionale degli attivisti Usb

Per l’unità del sindacato di base 
Per la costruzione di un grande sindacato di classe
DOMENICA 31 OTTOBRE A ROMA
dalle ore 9.30 alle ore 15 in via dei Sabelli, 119
(quartiere San Lorenzo, vicino alla stazione Termini)
ASSEMBLEA NAZIONALE 
degli attivisti di Usb che hanno sottoscritto il testo“Contributo per la battaglia per il sindacato di classe”(diffuso al Congresso nazionale fondativo di Usb).
L'assemblea è aperta a tutti coloro che vogliono
costruire Usb e condividono il testo reperibile sul sito

www.sindacatodiclasse.org
Per la costruzione di un grande sindacato di classe! La crisi del capitalismo si annuncia lunga e devastante. L’attacco padronale ai danni della classe lavoratrice si traduce in licenziamenti di massa, decurtazioni salariali, aumento dell’età pensionabile, smantellamento dei servizi pubblici (dalla Scuola all’Università alla Sanità), massacro degli strati più sfruttati della classe lavoratrice (immigrati e precari). Di fronte a questo attacco, Cisl e Uil svolgono il ruolo di ancelle del governo Berlusconi e di Confindustria, diventando i complici del peggiore attacco padronale ai danni dei lavoratori dal dopoguerra ad oggi. Parallelamente, la direzione della Cgil, nonostante i proclami, ha di fatto firmato i medesimi accordi sottoscritti da Cisl e Uil nella maggioranza dei comparti. Non solo: ha risposto con una mobilitazione inadeguata a respingere il massacro in corso (basta pensare agli scioperi generali di sole 4 ore), con l’eccezione della sola Fiom, che rappresenta il settore più combattivo della Cgil, ma i cui dirigenti sono pronti a riaprire le trattative in cambio di poche briciole. Ciò che manca ai lavoratori è un grande sindacato di classe che sappia sia difendere le condizioni di vita e di lavoro della classe lavoratrice, sia organizzare un percorso di lotte ad oltranza fino a respingere l’attacco padronale.
Per l’unità del sindacato di base e dei settori classisti degli altri sindacati! Se con la nascita dell’Unione Sindacale di Base e l’unificazione di RdB e SdL si è fatto un primo passo verso l’unificazione del sindacalismo di base, allo stesso tempo pare ancora lontana la prospettiva di una reale unificazione di tutti i sindacati di base. Il Patto di Base, in cui tanti attivisti sindacali hanno creduto quale primo passo verso l’unificazione di tutte le sigle sindacali di base, oggi appare un progetto abbandonato per volontà delle direzioni delle varie organizzazioni. E’ necessario ripartire, invece, proprio dal Patto per arrivare ad una reale unificazione di tutto il sindacalismo conflittuale, Usb, Cub, Cobas, Slai Cobas, S.I. Cobas, ecc. Parallelamente, è necessario mantenere un’interlocuzione costante con i settori classisti di tutti gli altri sindacati. La prospettiva deve essere quella della composizione in un unico sindacato di classe, all'interno del quale viga una reale democrazia operaia.
Per il collegamento nazionale e internazionale delle lotte! Tanto più in questa fase caratterizzata da espulsioni di massa dei lavoratori dalla produzione non basta indire scioperi generali a carattere meramente rituale. Bisogna mettere in campo una risposta adeguata alla pesantezza dell'attacco padronale, riappropriandosi degli strumenti di lotta classici del movimento operaio: dallo sciopero ad oltranza all'occupazione delle fabbriche, non accettando le logiche di compatibilità con il capitale. E’ urgente la costruzione di un coordinamento nazionale e internazionale delle lotte e, al fine di superare il carattere isolato e frammentario delle lotte in corso, serve un sindacato che operi per unire le azioni delle differenti categorie di lavoratori in un'unica generale azione di classe contro la borghesia e i suoi governi.

Alcune News da Claudio Martino


Frosinone / Villa Comunale - via M. T. Cicerone, 22
Da venerdì 22 a domenica 24 ottobre 2010 / Orario: 9.00-20.00


Domenica 21 novembre 2010, ore 16.00
MANIFESTAZIONE DELLE CROCI
Frosinone, piazza Domenico Ferrante (piazza Sacro Cuore)


 Roma, sabato 2 ottobre 2010, Villa Celimontana
Incontro con Umberto Galimberti, filosofo, Enrico Brizzi, scrittore e camminatore, Guglielmo Pepe, direttore National Geographic Italia.


Come vive la gente di Kabul, nonostante la situazione di conflitto e di presenza militare e civile internazionale?
Un aggiornato documento fotografico con testi tematici: ( gente e mercato, donne e burqua, bambini, aquiloni, militari), è pubblicato in una nuova edizione speciale dallo Stato Maggiore Difesa Italiano, in allegato alla rivista istituzionale " Informazioni della Difesa".
Gabriele Maniccia, autore dei testi e delle foto, ha operato per un anno a Kabul come Educational Advisor per conto del Ministero degli Esteri alle dipendenze dell'Ambasciatore Ettore Sequi e contestualmente al suo lavoro si è inserito nella quotidianità della vita della gente di Kabul, fotografandola nelle diverse situazioni e riscontrandone sempre un grande senso di rapporto e di fiducia, specialmente in quanto italiano.
Il libro è presentato dalla giornalista televisiva, inviata in Afghanistan, Tiziana Ferrario.


Nell'ambito di "Eventi nativi" 2010, Massimiliano Galanti ha presentato il suo libro "La questione indiana da Colombo a Obama", editore I libri di Emil


César Gala racconta il suo cammino di Santiago de Compostela (video)

Conversazione tra Claudio Martino e l'artista César Gala: argomento, il viaggio da quest'ultimo effettuato quest'estate a Santiago de Compostela.

mercoledì 20 ottobre 2010

Intermittenza

di Fausta Dumano





Venerdì 15 ottobre, blocco notes la redattrice di Aut è “all’Insolito posto” per l’insolita mostra, questa volta protagonista è una giovane artista Luciana Lisi . Un’artista del territorio ha studiato nel liceo artistico e poi all’accademia delle Belle Arti. Nonostante la giovane età al  suo attivo ha  numerosi riconoscimenti. Il suo curriculum vitae è intenso. Tra gli esponenti di “Art Qube”, partecipa alle invasioni di “Nostra Signora Art”. Intermittenza il filo conduttore che lega le tele è appunto questa intermittenza di luci e colori.  Un’artista da decifrare nel suo labirintico dentro, che ci presenta  le sue due luci, quella solare e quella lunatica, il tema del doppio, del continuo rimettere in discussione quanto precedentemente pattuito . Intermittenza.... colori che si intersecano, colori che si snodano nel suo doppio volto.....punti di vista, punti di fuga, diverse angolazioni da chi si gioca la linea. La solarità della piazza di Sabaudia  realizzata con l’arancio il rosa e il giallo si alterna con il problematico nero della finestra. L’attenzone della redattrice di Aut si sofferma appunto sulla finestra su questa domma in una posizione fetale che sembra invitarti ad entrare nel suo mondo, mentre lei osserva il mondo fuori. Un’ombra impedisce alla luce di entrare, nella motte la donna afferra il sogno che insegue e nel sogno le “O” chiuse non per regola di dizione, ma perché i sogni restano chiusi nel labirintico dentro, scorre il film della sua vita a “intermittenza”. Nella tela si squadernano simboli del gioco più antico del mondo, il nascondino. Sono le qualità e i difetti dell’uomo che bisogna individuare e  se nell’intermittenza  scopri il filo del colore sei entrato nel mondo di Luciana Lisi. Una serata l’arte è contaminata dalla musica di Cristiano Arduini, e il palato conquistato dalla cucina “dell’insolito posto” tanto da scoprire  che l’insolita cuoca  nel preparare alcuni piatti ha giocato con le “intermittenze” di sapori, analogamente nei colori. In quel piatto predomina l’arancione.






Facciamo come la Francia!

di Claudio Mastrogiulio e Francesco Ricci, Pdac


Dopo l'ondata operaia del 16 ottobre
SCIOPERO GENERALE AD OLTRANZA!


Diciamolo subito: quella di sabato è stata la più grande manifestazione operaia che si ricordi negli ultimi anni. Un’onda di mezzo milione di manifestanti ha invaso le strade di Roma, esprimendo con forza e radicalità il malcontento sociale che serpeggia in tutto il mondo del lavoro. Una giornata di mobilitazione e di riscatto per quella parte del mondo del lavoro che negli ultimi mesi ha subito gli attacchi più cruenti da parte del padronato. Dal ricatto di Pomigliano, passando per la brutale aggressione della libertà sindacale per mano della Fiat a Melfi, fino alle minacce negli ultimi giorni del ministro degli Interni Maroni. La risposta della piazza è stata esemplare: scendendo in massa per le strade della capitale la classe operaia ha mostrato la sua forza imponente, in grado di spazzare via tutto (a partire dalle falsità di chi da anni la vorrebbe scomparsa o rifluita o impotente).
La radicalità della grande massa operaia (che si è riflessa negli slogan più urlati sabato) fa, tuttavia, da contraltare all’attendismo opportunista delle direzioni sindacali. La burocrazia Cgil sta già cercando di utilizzare la grande manifestazione per poter aumentare il proprio peso contrattuale nell’ottica di un ritorno ad un tavolo di concertazione con il governo e la Confindustria. Chiaro in questo senso è stato il discorso di Epifani dal palco, infarcito (per evitare i fischi della piazza) della promessa di un futuro imprecisato sciopero generale ("se non ci daranno risposte"). Nulla di sostanzialmente diverso hanno proposto, pur con toni diversi, i dirigenti Fiom Landini e Cremaschi, che hanno consegnato le conclusioni a Epifani. 
Il pieno sostegno alla lotta operaia e la denuncia dell'inganno teso dalle burocrazie: ecco cosa avrebbe dovuto esprimere, partecipando al corteo del 16, anche Usb e il resto del sindacalismo di base: invece, assenti per la scelta miope dei propri gruppi dirigenti, hanno perso una grande occasione (anche se, sigle a parte, in piazza abbiamo incontrato tanti compagni che militano nel sindacalismo di base, per nulla d'accordo col settarismo dei propri gruppi dirigenti).
 
Una sola prospettiva: sciopero generale ad oltranza e occupazione delle fabbriche!
La straordinaria risposta di sabato non può e non deve essere distorta ad altri fini dalle burocrazie. Per due ordini di ragioni. Il primo sta nella oggettività del quadro sociale ed economico italiano, in cui i poteri forti sono uniti e determinati nel raggiungimento del comune obiettivo di far pagare la crisi capitalistica ai lavoratori ed alle masse popolari. Il secondo, intimamente legato al primo, consiste nel pericolo che un simile atteggiamento possa produrre nei lavoratori disorientamento e un senso d’impotenza. Questo perché, e la storia ce lo insegna, tutte le conquiste operaie che si sono avute nella storia non sono state certamente partorite da una particolare abilità dei burocrati sindacali ai tavoli contrattuali ma, al contrario, dalle lotte.
La crisi che sta creando scompiglio nel sistema economico e sociale non è dovuta a fatalità. Le crisi cicliche rappresentano, nella storia del modo di produzione conosciuto come capitalismo, una costante necessaria ed intrinseca. Non è certamente rivendicando il rispetto della legalità che si farà recedere Marchionne dai suoi propositi antioperai e sfruttatori. L’amministratore delegato della Fiat, così come i padroni d’ogni tempo e d’ogni luogo, inizierà ad indietreggiare solo quando verranno create, dai lavoratori le condizioni sufficienti per far temere al padronato di poter perdere tutto.  Per questo diciamo: occupazione delle fabbriche, a partire da Fiat, Fincantieri e da tutte quelle in cui il capitalismo ha già palesato il suo fallimento storico licenziando e mettendo in cassa integrazione. E sciopero a oltranza fino al ritiro delle manovre padronali che mirano a far pagare la crisi capitalistica ai lavoratori e alle masse popolari, fino alla riassunzione di tutti i lavoratori licenziati, fino all'assunzione di tutti i precari e di tutti i disoccupati, fino alla caduta di Berlusconi, per aprire la strada a un'alternativa di potere dei lavoratori.
Il Partito di Alternativa Comunista, presente con un visibile e nutrito spezzone in piazza (animato da tanti operai e da molti giovanissimi), rivendica la necessità di un progetto di indipendenza di classe del movimento operaio dalla borghesia e dai suoi governi. Ecco ciò che serve alle masse scese in piazza sabato, ecco cosa manca. 
Dalla piazza del 16 si alza una domanda di radicalità, una richiesta che la mobilitazione continui subito e che non venga solo annunciata. Ma soltanto un percorso politico che dia effettiva rappresentanza e indipendenza politica e programmatica a questi lavoratori sarà in grado di creare i presupposti perché finalmente possa esserci un riscatto del mondo del lavoro. E questo non sarà certo dato dalla sinistra governista di Rifondazione, che bussa di nuovo alla porta del Pd per un'alleanza di governo. Né da Vendola. Né tantomeno dal sedicente amico degli operai Di Pietro.
Serve un'altra direzione politica. Serve da subito la creazione di comitati di lotta in ogni azienda, in ogni città, che si diano un coordinamento nazionale: per non lasciare che le prossime mosse le decidano le burocrazie interessate solo a far fallire la lotta.
Alternativa Comunista sarà parte attiva, nella misura delle proprie forze, nella battaglia per garantire una risposta a questa grande domanda di rappresentanza, ed afferma la necessità di un programma realmente alternativo, basato sugli interessi della classe operaia, che consenta di porre i presupposti per il rovesciamento dell’attuale sistema economico e sociale. Il mezzo milione di persone che hanno riempito Roma sabato scorso, oltre ovviamente ad altri milioni di lavoratori, meritano la concretizzazione di una prospettiva realmente anticapitalista e dunque rivoluzionaria. Ciò che nell'immediato significa lo sviluppo di una lotta ad oltranza, come ci sta insegnando l'esempio della Francia. Dopo il 16 ottobre nessuno può più dire che non ci sono le forze necessarie per farlo.