Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 8 ottobre 2011

Attenzione!: PERICOLO CORTEO

Luc Girello

Attenzione senso unico alternato !   -   Esporre il segnale “CARICHI SOPSESI” (sulle bandiere),  - Tenere la Destra (pardon la sinistra)  - Dare la precedenza al corteo CHE VIENE DA DESTRA Queste non sono delle normali restrizioni al traffico, ma sono le ferree regole di circolazione che oggi un corteo di studenti    deve rispettare  per sfilare nelle vie di  Frosinone, a meno che non sia di origini nobili (vedi blocco studentesco) .  AH DIMANTICAVO,  i fumogeni vanno usati a cortei alterni, e prima di usarli è necessario consultare i dati dell’ARPA LAZIO sul limite dei giorni di sforamento del PM10. Dal momento che i gas urticanti in dotazione delle forze dell’ordine sono nocivi solo per gli studenti  questi possono essere lanciati liberamente. Non sto delirando, ma avendo visto ieri gli studenti  della rete    sfilare in città, compressi fra   cordoni di poliziotti e celerini, schiacciati lungo i marciapiedi, una rabbia, che sfiora il delirio,  è salita inesorabile. L’autunno caldo è nel pieno della sua attività e alle solite forme repressive che vengono esercitate contro chi lotta  in piazza  per diritti normalissimi come quello allo studio, si aggiungono escamotage e sotterfugi come la limitazione di una sola carreggiata per sfilare, il divieto di sostare lungo la strada, oppure la contemporanea   autorizzazione concessa ad un corteo anticostituzionale, apparentemente antagonista, ,  manovalanza del Pdl , utile   solo a limitare  gli spazi del corteo vero. Ma non si può costringere la rabbia e la forza delle idee in una via stretta o spiaccicarla sui marciapiedi. Questa è straripante e tracimante da ogni steccato. Ieri gli studenti di Frosinone sostenevano con forza  delle argomentazioni ben precise. Non  è tollerabile che ad ogni sussulto della borsa scompaiano aule, insegnanti, personale ATA. Non è possibile che ad ogni stormir di fronda che viene dalla BCE  il diritto allo studio come altri diritti subisca  attacchi devastanti. Perché se la speculazione finanziaria porta profitto, questo va ad esclusivo vantaggio degli speculatori, ma se produce perdite a pagare devono essere studenti, insegnanti e lavoratori?  Su queste semplici considerazioni si sta mobilitando un’importante pezzo di società in cui gli studenti sono sempre più protagonisti. Tale mobilitazione diventa ogni giorno più forte e nessuna costruzione, nessun divieto, nessun controllo coatto potrà fermarla.



Foto: Fausta Dumano
Musica : Paru na Bunna Taranta Terapy
Editing: Luc Girello.

venerdì 7 ottobre 2011

Possiamo suggerire a Marini?

Bruno Roveda

Letta la "news" di Marini ho proposto, scherzando, a SEL di attivarsi per una delibera quale quella sotto specificata.
Ti inoltro il tutto per farne oggetto di proposta da parte del consigliere Prc poco sensibile a far saltare il banco accontentandosi degli spiccioli che gli rimangono sullo strapuntino.
Pensi che potrebbe farlo?



Possiamo suggerire a Marini?



Con i tagli previsti nel 2011 e nel 2012 il Comune di Frosinone perderà oltre 4 milioni di euro di trasferimenti statali".
Il grido di allarme è stato lanciato ieri  al convegno organizzato alla Pisana dal Gruppo Pd per fare il punto sulla situazione degli Enti locali alla luce delle manovre varate dal Governo.

«È la fine del sistema di welfare - ha aggiunto Marini - dovremo tagliare scuolabus, servizi di trasporto locali, asili nido, assistenza sociale, le mense. Saranno colpiti i più deboli, chiamati a pagare il costo della crisi. Fare un bilancio con il 40% in meno di risorse è cosa proibitiva significa che i Comuni devono fare macelleria sociale per conto del Governo. Sono a rischio diritti sociali fondamentali, un sistema di garanzie che fin qui ha permesso all’Italia di crescere e prosperare. A questa situazione di allarme grave si aggiunge la latitanza della regione. Noi dobbiamo avere dall’Amministrazione regionale circa 17 milioni di euro e il fatto che siano stati bloccati tutti i pagamenti fino a dicembre rende la situazione esplosiva. Noi fino ad oggi siamo andati avanti con le anticipazioni di cassa e già siamo esposti per circa 6 milioni di euro".
Tutti i particolari oggi su La Provincia

 Possiamo suggerire a Marini di provare a NON FARE MACELLERIA SOCIALE PER CONTO DEL GOVERNO adoperandosi per:
1) delibera di "TASSAZIONE DI SCOPO" pro difesa, consolidamento, espansione del welfare cittadino: PROPOSTA.
Con decorrenza immediata, l'Amministrazione Comunale di Frosinone PROCEDE alla riscossione di tutti gli oneri concessori fin qui non "esatti". BLOCCA ogni altra concessione edilizia "in itinere" e approvata se PRIMA non vengono liquidati gli oneri di "concessione". NON "cantierizza" opere urbanistiche che non siano espressamente tese al recupero e alla valorizzazione del patrimonio "abitativo" esistente. FISCALIZZA ogni scambio - tra beni e servizi vari e denaro - si realizzi sul territorio. ISTITUISCE l'anagrafe del cittadino/contribuente in forma pubblica erogando servizi a "carattere universale" solo e soltanto dietro presentazione di certificazione ISEE. CONTROLLA la validità delle certificazioni prodotte dal cittadino-contribuente mediante "incroci di fatto" con stili di vita e capacità di spesa reale dello stesso e dei famigliari di riferimento. REQUISISCE i patrimoni privati che si riscontrino come "ingiustificabili" rispetto alle certificazioni prodotte all'Amministrazione. DEFINISCE l'aliquota I.C.I. per la seconda, la terza, la quarta e la quinta casa secondo progressione pari al 10%, 30%, 50%, 70%. Per la sesta, la settima, l'ottava, la nona e la decima casa che risultino "COMUNQUE" nella disponibilità del contribuente provvede all'esproprio secondo compensazione a valore catastale minimo. PER OGNI ALTRO PATRIMONIO IMMOBILIARE PROVVEDE ALL'ESPROPRIO. Tutte le opere già "cantierizzate" ma sospese sono ACQUISITE e messe a disposizione della cittadinanza "per scopi sociali"   
Ovviamente, la delibera può essere articolata e precisata al dettaglio.  

Il treno di Bertinotti

Salvatore Cannavò

L'ex segretario di Rifondazione smentisce la strategia di Vendola: puntare a entrare nel recinto del governo è la morte della politica. La strada indicata è "la rivolta" contro la governance europea. Meglio tardi che mai.


Bertinotti è tornato quello "di lotta". Niente più governo, ora è il momento della rivolta. Dopo il suo editoriale sulla rivista Alternative per il socialismo dal titolo esplicito, "L'opportunità della rivolta", ora è la volta di una lunga intervista al manifesto dal titolo inequivocabile: "Io non sarò su quel treno". Dove il treno è, allo stesso tempo, il governo del centrosinistra in gestazione e la coalizione con il Pd cui sta lavorando Nichi Vendola e Sinistra, Ecologia e Libertà. Una rottura tra l'ex presidente della Camera e l'attuale presidente della Puglia? Bertinotti, nell'intervista, si tiene alla larga dalle polemiche dirette e non fa nomi, ne fa quasi una pre-condizione per parlare con Loris Campetti del manifesto. Ma la strategia politica è chiaramente alternativa a quella del presidente di Sel. E il ragionamento abbastanza chiaro.
Di fronte alla lettera Bce, preceduta, dice Bertinotti, dalle mosse di Marchionne sul piano delle relazioni sindacali e sociali, di fronte alla camicia di forza imposta ai governi nazionali, i quali sono passivi e privi di autonomia politica, "la scelta di entrare nel recinto può segnare la morte della politica". E il recinto è proprio il governo. Bertinotti propone di "abbattere il recinto e liberare la politica" con una "potenza politica e sociale". L'allusione è a una "coalizione socio-politica-culturale" che però non viene spiegata tranne che per un accenno a "Uniti per l'alternativa" la nuova coalizione nata dall'incontro tra la Fiom e gli ex disobbedienti che però, nelle sue deliberazioni, sembra voler sostenere il progetto di Vendola e la proposta di "primarie di programma". Comunque, il punto fermo di Bertinotti è che non si può "saltare sul treno" perché non si può "deciderne la direzione". Addirittura, per le varie sinistre sarebbe meglio pensare di "saltare un giro" (anche qui però non si spiega cosa voglia dire: rinunciare alle elezioni o solo alle alleanze?). Se è vero che bisogna mandare a casa Berlusconi, "resta comunque la prigione della centralità assoluta del sistema elettorale pensato solo in funzione dell'accesso al governo". E comunque, spiega, "meglio il proporzionale che il tentativo di salire sul treno del maggioritario in nome delle primarie". Come si vede la distanza con Vendola è netta e la posizione così chiaramente affermata non mancherà di avere ripercussioni nel centrosinistra: nel Pd e nei vari ambienti moderati ci si sta già chiedendo quanto ci si possa fidare di Vendola.Si potrebbe dire molto sulla tempestività delle posizioni di Fausto Bertinotti. Se il ragionamento proposto è convincente lo sarebbe stato di più se non si fosse data una grande credibilità, circa cinque-sei anni fa proprio all'idea del "salto sul treno". Su quel treno Bertinotti ci è già salito e ora, dopo aver capito che è stato uno sbaglio, ne scende rumorosamente. Solo che nel frattempo si sono rotti gli argini e si è frantumata l'ipotesi di un pensiero critico alternativo la cui ricostruzione è lenta e difficile. In molti si sono fatti male.Detto questo, il ragionamento proposto dall'ex presidente della Camera merita attenzione perché evidenzia le enormi contraddizioni di quella sinistra - non solo Vendola - che pensa ancora che il Pd sia permeabile e condizionabile. E mette in rilievo la necessità di colmare un vuoto politico, sociale e culturale che si allarga in forme preoccupanti. Dalla sostanziale morte di Rifondazione - con l'esperienza del governo Prodi e poi con le varie scissioni - a oggi la scena politica è stata occupata dalle diverse varianti del progetto democratico - il populismo di Di Pietro, la narrazione vendoliana, un certo collateralismo di organizzazioni sociali e sindacali - mentre l'alternativa è rimasta muta. Il grido solitario di Bertinotti è figlio di questo arretramento e delle varie sconfitte di cui egli è stato protagonista assoluto. Ma questo non vuol dire che l'esigenza posta non sia giusta.In questo paese manca esattamente una "coalizione politica, sociale e culturale" che rinunci a salire sul treno della "governance" e che imposti una "narrazione" alternativa. Se le varie forze che pongono questa esigenza come non rinviabile, si parlassero e mettessero in valore le reciproche esperienze anche la resistenza ai sacrifici imposti da governi e Bce sarebbe più convincente e attiverebbe energie. Si potrebbe costruire un recinto alternativo a quello della "governance" in cui confrontare ipotesi di società futura, progetti di intervento sociale, campagne comuni, strumenti per comunicare e realizzare un impatto sociale significativo. Qualcosa in questa direzione si è mosso: l'assemblea del 1 ottobre convocata dall'appello "Dobbiamo fermarli" è stata un successo mentre una settimana prima si è costituito il cartello "Uniti per l'alternativa". Ma se la prima si è messa immediatamente "fuori dal recinto" e non a caso si è riunita attorno alla parola d'ordine dell'annullamento del debito, il secondo ha finora dichiaratamente annunciato che cercherà di condizionare proprio quel recinto.Le prossime settimane probabilmente chiariranno meglio le strategie dei vari soggetti in campo. Al momento si può solo registrare che dopo aver provato la strategia "di lotta e di governo" oggi Bertinotti sceglie solo la lotta. E' un primo passo.

Bella Ciao Risuona a WallStreet

Video di Brunella Petrini in arte Brunix sulla manifestazione contro le speculazioni finanziarie di Wall Street dove ha partecipato la TituBanda

giovedì 6 ottobre 2011

Accontentarsi degli avanzi del banco,o far saltare il banco?

Luciano Granieri


Attualmente la Federazione della sinistra, con Rifondazione dentro, è data dai sondaggi elettorali attorno all’ 1% . Una percentuale irrisoria se si pensa che l’altra costola dell’ex Prc, Sel, è accreditata dell’8%. In città pur avendo un consigliere  di maggioranza espresso da una lista di cui  Rifondazione è  parte il risultato probabilmente non sarà  migliore  . Riflettendo su questi dati mi chiedo: è stato saggio iscriversi a Rifondazione in  questi periodi bui ? Non sarà stata una scelta folle?      Non nego che in questa mia decisione una quota di demenzialità è decisamente presente  ma, al di là del fatto che condivido il progetto del nuovo segretario Andrea Cristofaro, mi stimolano le operazioni impossibile e far risorgere questo partito è veramente un’operazione impossibile, a  meno che non si operi una rivoluzione dal suo interno. La prima riflessione da cui partire è  che non si può affermare  di voler far saltare il banco se poi attorno a quel banco ci si vuole accomodare anche solo per consumare gli avanzi .  Cosa  intendo per  “banco”?  La metafora indica  il sistema dell’alternanza bipolare. Coalizioni di destra e    di centro,  alternandosi al    potere ,  assicurano  la pace sociale necessaria affinchè le trame del finanzcapitalismo possano continuare indisturbate nel perseguire  il loro piano di impoverimento dei redditi da lavoro in favore dell’accumulazione finanziaria. In Italia il berlusconismo ha avuto successo  fino a quando è riuscito a combinare la tutela degli affari giudiziari del capo  con  l’impegno governativo a favore di banchieri e padroni nazionali . Oggi la poca credibilità di cui il governo, in balia delle procure e bloccato da forti dissensi interni,  gode  da parte degli  organismi finanziari internazionali, sta provocando il malcontento della finanza e dell’imprenditoria nostrana , non solo, ma nella sua inettitudine sparge  ulteriore benzina sul fuoco  di   un conflitto sociale che rischia di diventare ingovernabile, saldandosi con le varie proteste anticapitaliste attive in Europa e non solo. Nelle condizioni attuali il governo Berlusconi è diventato un vero pericolo per i potentati economici, e la caparbietà con cui una maggioranza corrotta continua  mantenerlo in piedi  è ormai  un ostacolo insormontabile al   libero fluire dei flussi  finanziari. La  vera opposizione è esercitata da  una strana coalizione extra parlamentare    la cui portavoce è il capo di confindustria Emma Marcegaglia coadiuvata dai  sindacati della triplice. GIA’ I PADRONI PER DISPERAZIONE SI SONO ALLEATI CON I SINDACATI  la qual cosa anziché far inorridire i lavoratori iscritti a  Cisl e Uil , quelli della Cgil un qualche mal di pancia ce l’hanno,  ha provocato l’orticaria a Marchionne il quale ha predisposto la fuga di Fiat da Confindustria. Ma qual è la condizione di chi l’opposizione dovrebbe farla realmente  , come è strutturato il gruppo che da tempo si sta scaldando a bordo campo pronto ad entrare in sostituzione del governo attuale proprio in virtù del principio dell’alternanza prima citata?  Sicuramente per il finanzcapitalismo   l’attuale centrosinistra ha   tutte le credenziali per sostituire al comando l’anomalia berlusconiana.  Gode di una maggiore credibilità da parte degli organismi finanziari internazionali, i  dirigenti democratici   hanno   ritenuto e ritengono  necessarie  le politiche lacrime e sangue imposte    della triade BCE, Unione Europea, FMI, hanno sempre sostenuto che l’impasse  attuale è causato  da un liberismo mal governato e non dalla crisi irreversibile del capitalismo . Il Pd  è lontano     anni luce dal condividere una politica anticapitalista. Ma per assicurare la piena riuscita dell’alternanza il centro sinistra attuale deve poter essere in grado governare  i movimenti sociali  e  il malcontento dei lavoratori . Per far questo è necessaria la costruzione di    una socialdemocrazia   fortemente moderata nei programmi e nella simbologia,  guai ad esibire la falce e martello, interna al centro sinistra che compartecipi con i liberali del Pd  al governo del paese . Una corrente interna al gruppo bersaniano che si mostri apparentemente antagonista alla dirigenza  con solidi legami nel sociale e nel mondo del lavoro,   che   controlli la protesta sociale, appoggiandola, ma limitandone la deriva rivoluzionaria, facendo in modo che non disturbi più di tanto. Pienamente funzionali a questo ruolo sono Sinistra Ecologia e Libertà, per la parte politica, la CGIL per la parte sindacale.  Sel, ad esempio sta stringendo   rapporti con i dissidenti casariniani,  con i centri sociali pro Pisapia a Milano, con   vari movimenti giovanili attivi nelle realtà locali.  Ci troviamo  comunque sempre in un ambito in cui non emerge mai una forte critica al capitalismo e al liberismo, tutt’al più si prefigura un sistema dove gli effetti più nefasti della dittatura del mercato vengano  mitigati .  In questo quadro come si pone Rifondazione Comunista?  Attualmente è all’interno della Federazione della sinistra con Pdci, Socialismo 2000 ,  Lavoro e solidarietà . La minuscola congrega di Diliberto al di là di una forte simbologia comunista da sbandierare al prossimo congresso è sulla rampa di lancio per approdare dritta dritta in braccio al centro sinistra. Patta e Salvi sono anche loro con le valige in mano per passare armi e bagagli alla corte di Bersani. A guardia del contenitore vuoto della Federazione della Sinistra è rimasta Rifondazione. In questo contesto si impone una scelta. O seguire la marea socialdemocratica moderata che  sta salendo sul  vagone di Sel per agganciarsi al Pd, gettando a mare ogni velleità di costituirsi come una vera forza anticapitalista, o riappropriarsi del proprio DNA  comunista, antiliberista e porsi all’opposizione del sistema bipolare dell’alternanza tanto caro al finanzcapitalismo borghese.  Bisogna scegliere: o  sedersi al banco accontentandosi degli avanzi, o far saltare il banco. La prima ipotesi sembra quella più gradita a Ferrero, ma anche a Grassi. L’uno dalle pagine del manifesto del 18 settembre implora Pd. Sel e Idv affichè volgano il loro sguardo pietoso verso il Prc, l’altro invoca “un’unità nella diversità” con Sel . Ciò significherebbe abdicare completamente alla propria identità anticapitalista e antiliberista più volte sbandierata nella manifestazioni ma che non è pregiudiziale, secondo la dirigenza,  per un eventuale alleanza con il Pd. Nella seconda ipotesi, sicuramente si rafforzerebbe il carattere comunista, con un’idea precisa su chi nella ineludibile lotta di classe in atto fra capitale e lavoro debba soccombere. Riemergerebbe  quell’impeto  antiliberista e anticapitalista spesso invocato da una base sempre più spaesata e in crisi di identità. Lo scotto da pagare sarebbe la completa solitudine nel panorama politico nazionale con il serio  rischio di scomparire . Però se  a questa fase di recupero di autonomia ed identità  si accompagnasse  la  ricerca di  una attiva collaborazione con quei movimenti popolari fatti di studenti, lavoratori precari, disoccupati, insegnanti,  che ogni giorno lottano e resistono nella società civile per la difesa del posto di lavoro ,per una  scuola pubblica di qualità, per un sevizio sanitario efficiente  , Rifondazione non sarebbe   più sola. Ma  per essere credibili agli occhi di questi nuovi compagni di viaggio è necessario scrollarsi di dosso l’ansia dello strapuntino, degli avanzi da consumare alla tavola dei liberali . Forse insieme con una nuova forza da cercare nella società civile e non negli sgabuzzini dei palazzi del potere sarà possibile far saltare il banco. La stessa identica situazione si sta riproducendo a Frosinone. Qui  con la costituzione di un contenitore vuoto come la “Lista la Sinistra” ,comprensiva dei Verdi e del Pdci alleata al Pd,  nel 2007  Rifondazione  riuscì a vincere le elezioni .   Ha perfino ottenuto, da     metà consiliatura, un consigliere nella maggioranza liberal democratica  guidata dal sindaco Marini. Ma quanto è costato in termini di perdita di identità e autonomia questa scelta?  Molto, moltissimo. Nella recente Liberafesta organizzata a Frosinone i dirigenti locali, a parte il segretario del circolo Carlo Giuliani di Frosinone Andrea Cristofaro, parlavano di Federazione della Sinistra, di accordi elettorali, i militanti parlavano di comunismo . Questo è un segnale inequivocabile di come la base mal sopporti una scelta governista insieme a forze liberali,   inutile per la promozione sociale  dei cittadini e devastante sul piano dell’autonomia delle scelte. Gli sviluppi recenti della situazione politica frusinate hanno fatto emergere il ruolo preponderante di Sel che ha avuto un’evoluzione  parallela a quella nazionale. Nato come movimento antagonista  all’amministrazione comunale , attivo   con altri compagni nelle lotte contro la mercificazione del centro storico  ,  contro il nucleare,  prima annacqua la protesta contro l’aeroporto decontestualizzano il problema della   speculazione edilizia dal quadro globale, poi diventa  oggetto del desiderio delle attuali forze di maggioranza, cedendo alle lusinghe  tanto da ottenere un consigliere, eletto nel Pd,  trasferitosi per l’occasione dentro le  fila vendoliane . In questo contesto     il circolo Carlo Giuliani di Rifondazione di Frosinone ha scelto di cambiare rotta e far saltare il  banco .  Ovvero uscire dell’attuale maggioranza e  dalla Lista la Sinistra, sacrificando il consigliere che, non essendo d’ accordo agirà di conseguenza,  abbandonare i vecchi compagni con  cui ha condiviso le briciole del banco  senza incidere sulla politica della città capoluogo e cercare nuovi compagni con cui rovesciare il banco per ricostruire una città nuova dove i cittadini diventino protagonisti del governo della comunità sconfessando quell’orrido sistema per cui l’amministrazione si fa esecutrice dei desiderata  delle grandi imprese che da sempre hanno governato e governano  la città. La scelta è coraggiosa . Ad oggi non so se verrà accettata a livello provinciale e regionale. Ma è proprio il coraggio di questa scelta un po’ folle che mi ha spinto a sposare il progetto del Circolo Carlo Giuliani. Chissà se pochi pazzi scatenati riusciranno da questa terra martoriata a restituire credibilità ad un partito che una volta aveva il 12% in città? E’ una scommessa difficile, quasi impossibile, ma io ci credo, NOI CI CREDIAMO.

mercoledì 5 ottobre 2011

Il nuovo depuratore di Aquino

Pietro Ferone Pdci Aquino



“Accogliamo con soddisfazione e gioia a notizia dell’avvio dei lavori per la costruzione del nuovo depuratore di Aquino, opera finanziata dalla Giunta Marrazzo per un importo complessivo di 6milioni e 500mila euro.”

A parlare è Pietro Ferone, segretario cittadino del Partito dei Comunisti Italiani.

“Con l’avvio dei lavori di questa importantissima opera – dice – si da una svolta alla politica ambientale del nostro territorio. I nuovo depuratore che servirà i comuni di Aquino e Castrocielo permetterà di risolvere uno degli annosi problemi ambientali della zona. Con tale opera – continua Ferone – le acque del fiume Le Sogne sarà più pulita e ci sarà un abbattimento delle malattie dovute all’inqunamento, come alcune forme tumorali”.

“Come Partito dei Comunisti Italiani – continua – ci auguriamo che il Cosilam, presieduto da Golini Petraccone  vigili sui tempi di realizzazione e che una volta finiti i lavori la gestione dell’acea Ato 5 sarà oculata ed attenta”

06/10/2011, Aquino 

Leggo con preoccupazione

Bruno Roveda


... quasi si trattasse di una risposta a "stretto giro di stampa" una parte dell'articolo che vi linko.
è quotidiano reazionario (il direttore Sechi è un lacchè di Berlusconi) e solitamente ben informato, sul piano locale, anche quando si tratta di socialisti e di Partito Socialista Italiano.

Leggo con preoccupazione il passaggio dell'articolo che riporta, tra virgolette, la dichiarazione del locale segretario del PSI.
Scorriamo insieme...
  Dal canto loro i socialisti spiegano che «al momento è prematuro parlare di ogni cosa. Noi – ha spiegato il segretario cittadino del Psi Vincenzo Iacovissi – stiamo riattivando la nostra fase di riunioni. Per quanto riguarda la coalizione di centrosinistra, il sindaco a breve convocherà tutti i partiti. Anche per le primarie, non c'è stata alcuna riunione ufficiale». 



Leggo nelle dichiarazioni di Iacovissi una delle "primarie" che è lontana anni luce dalla nostra e "propria" concezione delle "primarie" come luogo fondativo di possibili coalizioni, come "agorà" della competizione tra pensieri e mobilitazione delle idee, quindi anche della costruzione dei programmi e per l'individuazione delle candidature.
Leggo anche, sempre nelle parole di Iacovissi, una sostanziale cecità progettuale, per il semplice fatto che si dice sostanzialmente in attesa della convocazione del centrosinistra (quale?) da parte del Sindaco Marini, quasi a volergli riconoscere "de facto" e "IN DIRITTO" la primogenitura del piatto di  che proporrà al tavolo della concertazione.
Orbene, considerato pure che "Sinistra Ecologia e Libertà" ha una rappresentanza consiliare - così apprendiamo tutti a mezzo stampa -, mi piacerebbe discutere con i compagni - presto e bene -, magari all'aperto in una pubblica assemblea "aperta" al confronto con tutte e con tutti proprio sulla concezione delle "primarie" e sulla costruzione delle coalizioni e sulla progettualità condivisa e sulle modalità di "acquisizione" delle candidature, il  dentro il Consiglio Comunale (se ci si considera PARTITO presente in Consiglio comunale) ed il anche rispetto a riferimenti più ampi che non si riconoscono dentro il recinto dell'attuale centrosinistra al governo in Città.

Questo ci consentirebbe, finalmente, di affermare tutta una serie di proposizioni e giudizi rispetto a QUESTA amministrazione comunale, e ci consentirebbe di misurare le nostre posizioni con le posizioni di coloro che lavorano da tempo alla costruzioni di altre possibili coalizioni.

Se c'è consapevolezza vera e profonda che la situazione generale e quella locale presentino aspetti di assoluta gravità e complicazione, che determinano pratiche e spazi sempre più ristretti per l'agibilità politica di "inclusione" e di "contrapposizione", non vedo ragione per ritardare ulteriormente una riflessione corale e partecipata tra tutti coloro che intendono promuovere quel cosiddetto "Ente Locale - al servizio dei bisogni e dei sogni della Città".

Peraltro, abbastanza scaltramente da parte di alcuni (la fase è quella post-referendaria!), è già scattata la "guerra per la primogenitura" circa il logo/simbolo/progetto: , che così come lo scrivo io è stato momento importante della nostra elaborazione collettiva. E che abbiamo il dovere di mettere a disposizione della cittadinanza: per confrontarci, per aprirci, anche per respingere chi rifiutasse apertura e confronto: non trovate?

Presto e bene compagni, presto e bene. In piazza e subito. Per dire di democrazia partecipativa e per fare democrazia partecipativa.
Per riprenderci il diritto a dettare l'agenda politica in Città, per riprenderci il protagonismo, per "arare l'asfalto" e per promuovere consenso, largo, pulito, di massa.Per non rimanere invischiati nelle trattative che sono comunque orientate dai poteri al potere vero in Città: per concepire un futuro capace di sollevarsi di scatto dalle secche del presente.Contro tutti i padroni, senza rischiare nemmeno l'inintenzionale asservimento a qualcuno di questi.
Convochiamo noi le "PRIMARIE"? 

Fatemi/facciamoci sapere.

Cordialità.
bruno

E' sempre la stessa storia

Rete degli studenti di Frosinone

 Ogni volta è la stessa storia: ci accusano di non condividere la piazza con loro. Il punto é noi non manifestiamo per il semplice gusto di manifestare. Abbiamo delle rivendicazioni, delle proposte e una piattaforma politica per ogni manifestazione. Chiunque condivide la piattaforma e i principi della nostra organizzazione e si sente quindi rappresentato dalla nostra manifestazione è libero di prenderne parte. Il resto sono solo sterili polemiche che, guarda caso, sono sempre i soliti a sollevare. Le solite associazioni poco rappresentative che fanno sentire la propria voce solo in prossimità delle elezioni studentesche. Un po' di onestà intellettuale ogni tanto non guasterebbe, pensassero ai contenuti e ai diritti degli studenti piuttosto che a comunicati stampa demagogici e fini a se stessi

martedì 4 ottobre 2011

Ancora una volta a sottolineare che siamo fuori dai partiti

Rete degli studenti Frosinone 

 In Risposta del comunicato pubblicato sul blog del Blocco Studentesco di Frosinone il 2 Ottobre 2011 – La Rete degli Studenti Medi di Frosinone, in merito alle critiche espresse da Fernando Incitti, responsabile provinciale CPI, ci tiene a puntualizzare che nelle scuole della provincia di Frosinone la Rete degli Studenti, non lavora per “ l'instaurazione di un vero e proprio clima di odio tra gli studenti, con il fine di dividere il movimento studentesco per i loro insensati interessi di partito” ma bensì si adopera affinché le battaglie degli studenti tutti, senza distinzione di appartenenza politica, siano portate avanti e sostenute con vigore; ma allo stesso tempo non può non rivendicare uno dei suoi caratteri salienti quale è l’Antifascismo e la memoria storica del nostro paese. Il direttivo provinciale ci tiene inoltre a precisare che già dispone delle autorizzazioni in vista dello sciopero di venerdì 7 ottobre che avrà luogo a partire dalle 8:30 presso la villa comunale di Frosinone, e che questo fatto non comporta il conflitto con altre manifestazioni studentesche in programma per la giornata.

La delibera ignorata

Luciano Granieri


Ci risiamo. Ogni tanto i topi di fogna targati fascisti del terzo millennio  escono dalle cloache e si ripresentano nel panorama della protesa  giovanile della nostra città . Il 7 ottobre prossimo    la rete degli Studenti Medi    manifesterà a Frosinone  con un corteo che dalla Villa Comunale raggiungerà L.go  Norberto Turriziani .La mobilitazione è stata indetta contro il saccheggio  della scuola pubblica sancito dal piano lacrime, sangue e ignoranza della Gelmini e messa in atto dall’assessore provinciale Quadrini il quale un giorno accorpa artisti e manovali,  il giorno dopo cuochi e letterati e il giorno dopo ancora…..non sappiamo ma c’e da aspettarsi di tutto. Protesta sacrosanta perché l’azione di sua maestà ignoranza Maria Star Gelmini, punta a eliminare completamente nella lista dei diritti acquisiti e confermati dalla costituzione quello all’istruzione   come elemento di promozione sociale per tutti trasformandolo in privilegio per pochi  illuminati, nel conto in banca piuttosto che nelle menti. Ogni tanto  quei poveracci auto appellatisi fascisti del terzo millennio, rintanati in una topaia del centro storico aperta dopo diverse vicissitudini sul nome e sulle finte finalità sociali, oggi  ridotta a baretto di quart’ordine  di cui pochi conoscono l’esistenza,  cercano di cavalcare  l’onda di una protesta eclatante per far vedere ogni tanto in giro  le loro brutte facce grondanti intolleranza e ignoranza.  Ma su che cosa protesta il blocco studentesco sezione giovanile di CASAPOUND  fascistelli del terzo millennio in erba?   Manifestano contro  l’inagibilità degli edifici scolastici  prendendo come esempio paradigmatico la sede dell’Itc in Via Piave.  La  ragione della loro protesta è sacrosanta e condivisibile   .  Ma si  sono chiesti  i tapini perché l’edilizia scolastica così come l’intero comparto scuola pubblica sta con le pezze al sedere?  Non sarà forse per le sciagurate manovre messe in atto dalla congrega berlusconiana  che li   foraggia   attraverso il prode Dell’Utri,?  Con chi prendersela se mancano i fondi per l’edilizia scolastica se non con i propri mentori capaci di pagare i buffi lasciate delle sedi fasciste   chiuse a Milano?  E che dire del palazzetto  di  Via Napoleone III  a Roma che il sindaco Alemanno gli ha regalato spendendo  11,8 milioni di Euro  di soldi pubblici per acquistarlo definitivamente dal tesoro e metterlo a loro disposizione  ?  Certo che se i denari dei comuni vengono spesi pure per far stare col sedere al caldo i fascisti del terzo millennio hai voglia a trovare i soldi per l’edilizia scolastica! Tornando alla manifestazione di Frosinone il problema della coesistenza dei due cortei  non avrebbe dovuto neanche porsi. In quanto la manifestazione del blocco non avrebbe dovuto avere l’autorizzazione  non tanto perché il corteo  dei giovani di CP  viola   legge Scelba   sulla riorganizzazione del partito fascista, norma  che viene comunemente disattesa, ma perché Frosinone è antifascista. Non  lo diciamo noi pericolosi bolscevichi ma lo ribadisce una delibera del Comune . Nel documento, presentato dal consigliere della lista” La sinistra” Francesco Smania, su proposta della rete Antifascista Antirazzista del basso Lazio al cui interno milita il circolo Carlo Giuliani di Rifondazione Comunista di Frosinone, approvato il 2 marzo scorso,  il comune di Frosinone SI IMPEGNA  a:  
negare il permesso allo svolgimento per ora e per il futuro di qualunque manifestazione od attività che si rifacciano al fascismo o che vengano organizzate da soggetti fascisti. Il minimo comune denominatore tra i valori ed i diritti sanciti dalla costituzione è l’antifascismo, se cade questo cade tutto. I valori inalienabili della Costituzione sono : difesa del diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione, alla libertà di culto e delle diverse tendenze sessuali.  La difesa di questi elementi equivale alla difesa della libertà e della dignità delle persone: proprio ciò che invece il fascismo cerca di calpestare e di annullare. Per questo i sempre più diffusi tentativi di restaurazione dell’ideologia fascista, che godono tra l’altro dell’appoggio politico ed economico della parte più gretta e pericolosa della destra al governo, rappresentano un grave pericolo che sarebbe un errore imperdonabile sottovalutare.”  (è possibile leggere l’intera delibera sul seguente link FROSINONE E' ANTIFASCISTA) . 

Ma evidentemente l’amministrazione di Frosinone o non tiene in alcun conto quanto approvato in sede deliberativa o non ha neanche capito le implicazioni della mozione votata .  Il concedere l’autorizzazione ala desolante esibizione del blocco è segno dunque o di sconfessione delle proprie decisioni o di completa ignoranza sulla  questione . Ora si ha paura che possano accadere incidenti, si allerta la DIGOS  nonostante i due gruppi respingano le accuse  scambiatesi  l’un l’altro di seminare l’odio fra gli studenti.  Ma voi vi fidereste di un movimento intollerante e razzista  le cui gesta sono esaltate da orrende litanie intitolata CINGHIA MATTANZA o NEL DUBBIO MENA?  

A tutti coloro che ci hanno visto "METTERE LA FACCIA".


Antonio Messia
Bruno Roveda
Francesco Baldrighi
Valter Savo

Lettera aperta alla Città, ai partiti, alle associazioni, ai singoli.
A tutti coloro che ci hanno visto "METTERE LA FACCIA".
Allo scopo soltanto di restituire un po' di verità alle cose.
Con riferimento a notizie di stampa
Alberto Gualdini non è unconsigliere comunale di Sinistra Ecologia Libertà.
Perché non eletto nelle liste di Sinistra Ecologia Libertà.
La sua iscrizione nelle fila del partito, prima diffusa a mezzo stampa e poi comunicata ai componenti del Circolo SEL di Frosinone, risale allo scorso maggio, a meno di un anno dall'ormai imminente appuntamento elettorale.
Per "dare la caccia alla verità", perché dare la caccia alla verità è "dare la caccia alla felicità"!

 
Le "turbolenze" attraversate e subite dal Circolo di Frosinone di "Sinistra Ecologia e Libertà" in questi ultimi mesi, settimane e giorni, non sono affatto note in Città e sono patrimonio di una ristretta cerchia di amici che hanno inteso condurre in porto un'operazione tutta finalizzata al riconoscimento di SEL come forza politica istituzionale e di governo: istituzionale perché presente in Consiglio Comunale, e di governo perché forza politica di maggioranza magari in attesa anche di un "premio di maggioranza".Tutto comincia non appena si manifesta l'interesse di alcuni noti personaggi del capoluogo, noti peraltro per virtù civiche ed amministrative discutibili, nei confronti del circolo locale di SEL: e per le "cose" che il circolo aveva fatto e per le cose che il circolo si accingeva a fare.Scatta un percorso di avvicinamento a SEL-Frosinone da parte di alcuni "personaggi" - portatori di voti piuttosto che di riconosciute capacità amministrative, spesso e volentieri autori di capriole istituzionali e di trasversalismi di coalizione - che a parole si proponeva come tutto interno al quadro valoriale e comportamentale espresso in modo cristallino da Nichi Vendola, dal Presidente nazionale di "Sinistra Ecologia e Libertà", mentre nei fatti si realizzava secondo le più viete tattiche dell'entrismo, di sinistra o di destra che siano.Soliti pranzi e solite cene, richieste e sollecitate anche ai e dai vertici provinciali e regionali del Partito, soliti patteggiamenti, solite contrattazioni concernenti il classico nodo contrattuale: cosa ottenere in cambio di ciò che si mette a disposizione. C'è chi mette a disposizione del partito il proprio pacchetto di voti personali, e c'è un partito che indugia a "fare squadra" con i portatori di voti verso approdi individuali.Insomma, la solita roba!Quella "roba" che è droga sublime per chi dal proprio "scendere in campo" in politica intende ricavare per sé e per pochi intimi ciò che da sempre conta in società: prestigio, potere, benessere materiale e ricchezza.Sin da subito il Circolo SEL di Frosinone ha osservato con attenzione ciò che accadeva intorno, ciò che qualcuno orientava in una certa direzione, ciò che cominciava per più versi a puzzare di imbroglio.Alcuni, tanto per esemplificare, preparavano già una discussione forte intorno al tema candidature, proponendo addirittura anticorpi: vincoli e regole per accedere alla lista elettorale, con valenza universale, per vecchi e nuovi iscritti, per personalità e soggettività già portatrici di esperienze amministrative come per chiunque portatore solo della propria esperienza condotta in concorso con gli altri. Solo il proporre il tema ha scatenato l'accelerazione, le acque prima solo mosse sono divenute agitate.Per un po' è rimasto all'ordine del giorno del partito, a Frosinone, il "che fare" attraversando il sociale in Città ed impattando "anche" le elezioni amministrative del prossimo anno.Poi i "giganti" della politica hanno imposto l'ordine del giorno che conta nell'agenda politica di coloro che predicano il nuovo e praticano il vecchio.
Non importa cosa è stato fino al momento dell'assalto alla diligenza quel movimento di giovani e di meno giovani che si era dato da subito un obiettivo "contro": contro un "Centro Commerciale Naturale" che riduce la persona a consumatore, che degrada a merce la persona stessa (pensiamo a tutto ciò che è stata la giornata del "3 ottobre 2010" in Largo Turriziani - esattamente un anno fa!); contro la riduzione della memoria a minutaglia e scarto da gettare alle ortiche (pensiamo al "12 dicembre 2010" in Largo Sant'Ormisda); contro ogni politica di riduzione alla solitudine esistenziale (pensiamo alle iniziative sul precariato e ad altre pure importanti in difesa dell'ecosistema e a baluardo dei diritti costituzionali); contro, in buona sostanza, la riduzione della politica a d accordi privati. Contro, contro, contro, contro: ma "per" un progetto di società e di Città solidale, rivolta al futuro, dentro un'idea di modernità che non corrisponde affatto all'idea di modernità che altri hanno in testa. Una società degli individui piuttosto che dei cittadini, welfare leggero anzi leggerissimo, privatizzazione dei beni comuni, verticalizzazione della diseguaglianza sociale: un ritorno all'Ottocento, un ritorno alla barbarie dell'uomo lupo all'altro uomo. 

Mense scolastiche, Finalmente buone notizie

Comitato genitori delle scuole dell'infanzia e primaria di Frosinone
 



Finalmente alla terza settimana dell’a.s. 2011-12 le questioni inerenti la MENSA SCOLASTICA  delle scuole dell’infanzia e primaria sarebbero risolti:


- Il Comune ha dato disponibilità alle scuole di iniziare il 6 ottobre.
- gli aumenti ritornano all’interno di una proporzione rispetto al servizio e rispetto ai redditi.
- Il regime forfettario (non recupero dei pasti) viene abolito ritornando così all’organizzazione del servizio dell’anno precedente. SI paga a pasto consumato.


Insomma il Comune ha rivisto completamente e nell’interesse delle famiglie la gestione del servizio mensa scolastica, finalmente riflettendo sul servizio e sul bisogno della cittadinanza e dei bambini, mettendo da parte le questioni di natura contabile poste dalle politiche dei governi, che hanno deciso che a pagare la crisi sarebbe i cittadini anche attraverso l’aumento dei servizi essenziali, attraverso le loro tasse dirette e indirette, non intaccando i grandi capitali.
I costi della mensa quindi sono riflettono quegli aumenti previsti dalla delibera di giunta comunale adottata prima dell’estate, che sfioravano il 50% in più rispetto all’anno precedente, sono cambiati in meglio e meglio è strutturata la proporzione del pagamento.
Le quote per un pasto pluriporzione sarebbero così suddivise:

ISEE da 0 a 2000             0,60


ISEE da 2000 a 4000      1,40


ISEE da 4000 a 6000      2,00


ISEE da 6000 a 8000       2,60
 
ISEE da 8000 a 10000     3,30


ISEE da 10000 a 12000    4,00


ISEE da 12000 a 14000    4,50


ISEE da 14000 a oltre   4,80

otto fasce di reddito con aumenti del 40% solo per redditi alti, con agevolazioni a partire dal 2° figlio. In alcune fasce si paga meno dello scorso anno!


La mensa parte il 6 ottobre.


Rimane lo scoglio dell’efficienza politico-amministrativa del Comune che a 4 giorni dalla nuova delibera di giunta ancora non giunge agli uffici preposti l’ufficialità del cambiamento. L’iscrizione alla mensa si può comunque fare e i soldi si potranno versare in seguito.

Nasce Frosinone Bene Comune

Francesco Notarcola


Sabato 1° ottobre una assemblea partecipata e vissuta attraverso tanti interventi, ha sancito la nascita di FROSINONEBENECOMUNE, movimento che vuole ripensare la politica cittadina e non solo, attraverso quelle idee che in città si manifestano attraverso diffuse iniziative specifiche ma che spesso mancano di un orizzonte comune dove tendere. Tante adesioni non solo di singoli e associazioni e partiti locali, ma anche di persone e movimenti provinciali, a sottolineare l’esigenza di un movimento politico che rimetta al centro il dettato costituzionale e si riappropri della politica.
L’attuale crisi si sta riverberando fortemente sugli enti locali che, invece di produrre politiche che contrastano con l’impoverimento generale, applicano i dettami della BCE e delle istituzioni italiane accentuando il depauperamento del tessuto sociale e civile della nostra città. Migliaia di persone perdono lavoro e reddito; la qualità della vita peggiora; il modello di sviluppo continua a mangiare risorse ambiente; la cultura, l’istruzione, rappresentano sempre più un accessorio di lusso; la politica diventa il mastino che difende aspramente l’attuale sistema economico. Tanti i temi sul tappeto sviscerati, dall’occupazione alla devastazione urbanistica e ambientale del territorio; dal centro storico alla problematica abitativa e alla mobilità; dalla necessaria trasparenza delle istituzioni alla buona amministrazione; dal fare fronte rispetto alla crisi che avanza attraverso politiche locali che difendano il welfare, la solidarietà, l’ambiente, l’occupazione, alle difficoltà dei giovani senza prospettive e senza lavoro; dal ripensare il commercio sempre più in mano alle multinazionali a quello di una prospettiva mancante di sviluppo del territorio; dalla ricostruzione della partecipazione alla vita pubblica alla poca presenza femminile in politica… Sentiti appelli inoltre rispetto a ciò che ci si aspetterebbe da un movimento così vario e pieno di volontà: chi pensa di costruire una rete territoriali che si confronti periodicamente; chi aderisce per costruire un movimento che dalle lotte sociali ricostruisca un tessuto politico di confronto con i cittadini; chi vorrebbe già avviare la costruzione di un movimento politico che arrivi alle elezioni locali del 2012; chi pensa che ci si debba fornire di strumenti informativi adeguati alla esplicitazione delle lotte politiche e sociali in atto. Insomma tante idee e proposte che dovranno essere affrontate nel mese di ottobre attraverso la condivisione di un programma e la strutturazione di una organizzazione, con la presentazione del sito internet  www.frosinonebenecomune.orgIl prossimo appuntamento è previsto per il giorno mercoledì 5 ottobre in l. go Paleario 7 alle ore 20 a Frosinone.Nel frattempo il movimento FROSINONEBENECOMUNE aderisce alle due manifestazioni cittadine: quella del 7/10 della Rete degli Studenti e quella dell’8 ottobre sull’acqua pubblica.
 


 

LA CRISI DEGLI ASINI

Marco Compa
 
Un uomo in giacca e cravatta è apparso un giorno in un villaggio.In piedi su una cassetta della frutta, gridò a chi passava che avrebbe comprato a € 100 in contanti ogni asino che gli sarebbe stato offerto. I contadini erano effettivamente un po' sorpresi, ma il prezzo era alto e quelli che accettarono tornarono a casa con il portafoglio gonfio, felici come una pasqua. L'uomo venne anche il giorno dopo e questa volta offrì 150 € per asino, e di nuovo tante persone gli vendettero i propri animali. Il giorno seguente, offrì 300 € a quelli che non avevano ancora venduto gli ultimi asini del villaggio.Vedendo che non ne rimaneva nessuno, annunciò che avrebbe comprato asini a 500 € la settimana successiva e se ne andò dal villaggio.Il giorno dopo, affidò al suo socio il gregge che aveva appena acquistato e lo inviò nello stesso villaggio con l'ordine di vendere le bestie 400 € l'una.Vedendo la possibilità di realizzare un utile di 100 €, la settimana successiva tutti gli abitanti del villaggio acquistarono asini a quattro volte il prezzo al quale li avevano venduti e, per far ciò, si indebitarono con la banca.Come era prevedibile, i due uomini d'affari andarono in vacanza in un paradiso fiscale con i soldi guadagnati e tutti gli abitanti del villaggio rimasero con asini senza valore e debiti fino a sopra i capelli.Gli sfortunati provarono invano a vendere gli asini per rimborsare i prestiti. Il corso dell'asino era crollato. Gli animali furono sequestrati ed affittati ai loro precedenti proprietari dal banchiere.Nonostante ciò il banchiere andò a piangere dal sindaco, spiegando che se non recuperava i propri fondi, sarebbe stato rovinato e avrebbe dovuto esigere il rimborso immediato di tutti i prestiti fatti al Comune.Per evitare questo disastro, il sindaco, invece di dare i soldi agli abitanti del villaggio perché pagassero i propri debiti, diede i soldi al banchiere (che era, guarda caso, suo caro amico e primo assessore).Eppure quest'ultimo, dopo aver rimpinguato la tesoreria, non cancellò i debiti degli abitanti del villaggio ne quelli del Comune e così tutti continuarono a rimanere immersi nei debiti.Vedendo il proprio disavanzo sul punto di essere declassato e preso alla gola dai tassi di interesse, il Comune chiese l'aiuto dei villaggi vicini, ma questi risposero che non avrebbero potuto aiutarlo in nessun modo poiché avevano vissuto la medesima disgrazia.Su consiglio disinteressato del banchiere, tutti decisero di tagliare le spese: meno soldi per le scuole, per i servizi sociali, per le strade, per la sanità ... Venne innalzata l'età di pensionamento e licenziati tanti dipendenti pubblici, abbassarono i salari e al contempo le tasse furono aumentate.Dicevano che era inevitabile e promisero di moralizzare questo scandaloso commercio di asini.Questa triste storia diventa più gustosa quando si scopre che il banchiere e i due truffatori sono fratelli e vivono insieme su un isola delle Bermuda, acquistata con il sudore della fronte. Noi li chiamiamo fratelli Mercato.Molto generosamente, hanno promesso di finanziare la campagna elettorale del sindaco uscente.Questa storia non è finita perché non sappiamo cosa fecero gli abitanti del villaggio.E voi, cosa fareste al posto loro? Che cosa farete?Se questa storia vi ricorda qualcosa, ritroviamoci tutti nelle strade delle nostre città e dei nostri villaggi Sabato 15 ottobre 2011
(Giornata internazionale degli indignati) ... e fate circolare questa storiella....

lunedì 3 ottobre 2011

Invito ai sindaci

Fulvio Pica  del Coordinamento Provinciale Acqua Pubblica Frosinone

Lettera indirizzata ai sindaci appartenenti all'AATO5  quale invito a prendere parte al fianco dei cittadini alla
manifestazione dell'8 ottobre a Frosinone sul tema della gesione del  servizio idrico integrato.
Vi chiedo di farvi parte attiva affinche ricevano il prima possibile e  che di conseguenza possiate dare ampio risalto sulla decisione assunta. un saluto.


COORDINAMENTO PROVINCIALE ACQUA PUBBLICA DI FROSINONE
                                                                                            
                                                                                     
                                                                                      Al Sig. Sindaco
Al Presidente del Consiglio Comunale
della Città di
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Oggetto: ADESIONE ALLA MANIFESTAZIONE DELL’8 OTTOBRE 2011

            Gentile Sindaco, Gentile Presidente del Consiglio Comunale,
dopo vent’anni di politiche liberiste orientate al profitto e al mercato da parte di governi sia di centrodestra che di  centrosinistra, il popolo italiano il 12 e 13 giugno 2011 ha segnato una frattura, un cambiamento di rotta, rivendicando la gestione pubblica dei beni comuni, specialmente dell’acqua.
            I referendum del 12 e 13 giugno indicano questa nuova strada senza se e senza ma.
Premesso che in uno Stato democratico i rappresentanti politici devono rispettare la volontà di partecipazione e le decisioni dei cittadini, risulta inammissibile, in quanto incostituzionale, che un qualsiasi governo, come sta accadendo oggi, riproponga in altra forma la sostanza delle norme abrogate e ripresenti la privatizzazione dei servizi pubblici, specie dell’acqua, sovvertendo di fatto l’esito referendario.
            I cittadini del territorio frusinate hanno deciso di manifestare la loro indignazione sia per gli argomenti citati che  per la mancata revisione delle tariffe del servizio idrico, preciso obbligo dell’ATO5 di cui anche codesta Amministrazione fa parte.
La vittoria del “si” sul secondo quesito referendario ha stabilito l’abrogazione della remunerazione del capitale investito e i cittadini sanno che è possibile l’immediata  applicazione di tale risultato in quanto la “remunerazione” (leggasi profitto) rappresenta una parte della tariffa specificamente individuabile e dunque eliminabile.
E ancora, i cittadini del territorio attendono che l’ATO5  si attivi per ottemperare a quanto stabilito con Sentenza 357 del 22.4.2011del TAR di Latina circa l’approvazione delle nuove (e legittime) tariffe sul servizio idrico.
Infine i cittadini del territorio da tempo rivendicano che i sindaci chiedano senza indugi ad Acea Ato5 di rendere conto delle inadempienze e dell’insostenibilità della sua gestione, verificando anche i presupposti di una doverosa azione penale, nel rispetto del vincolo alle norme pattuite in Convenzione tra ATO5 e Acea Ato5, arrivando alla  rescissione del contratto.
Siamo convinti che molti sindaci siano coscienti del loro ruolo di portatori degli interessi collettivi del proprio territorio e appoggino le rivendicazioni dei cittadini.
Chiediamo, per questo, che codesta Amministrazione prenda una precisa posizione in merito e sostenga la manifestazione anche con il proprio gonfalone..
            Si resta in attesa di riscontri sia a mezzo stampa sia attraverso una mail di adesione da indirizzare a severo.lutrario@gmail.com

Distinti saluti


Frosinone, 3 ottobre 2011                        Il  Referente Provinciale
                                                                           Severo Lutrario

Per il compagno Antonio

Pubblichiamo altre testimonianze sulla militanza del Compagno, prematuramente scomparso,  Antonio Capaldi
La Redazione


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La scomparsa prematura del compagno Antonio Capaldi  è arrivata improvvisa e ha colto tutti di sorpresa, anche se conoscevamo il suo precario stato di salute. Il male non aveva turbato la serenità e la calma che il caro Antonio portava sempre con se, sembrava quasi che nulla potesse scalfire quelle caratteristiche caratteriali che lo rendevano  unico. Ecco perché la sua scomparsa oggi ci appare inverosimile. Antonio Capaldi è stato un compagno serio e diligente, uomo di partito, dirigente vero. La nascita del Partito della Rifondazione Comunista nella nostra Provincia, dopo il Congresso di Aquino, porta anche il suo importante contributo. Nonostante la sua giovane età in quella fase, era già tra le fila della classe dirigente nel partito, tanto che in pochissimo tempo divenne Segretario della Federazione Provinciale, dopo aver ricoperto precedentemente altri incarichi con grande impegno e dedizione. Nel 1998 con la scissione interna al PRC, passò con il Partito dei Comunisti Italiani di Cossutta e Diliberto, anche se non perse mai il contatto con i compagni che quella scelta non la condivisero. Antonio sapeva precorrere i tempi ed era convinto della necessità di riunire la Sinistra Italiana sotto un’unica bandiera per portare avanti la tradizione movimentista e di lotta che poteva essere nello stesso tempo di chiara identità di partito, oppure più genericamente operaista. Era convinto di questa strada tanto che in poco più di due anni aveva ricomposto il circolo “M. De Sanctis” del PRC a Cassino, riuscendo a creare da questo nucleo uno spazio di presenza dei comunisti della città martire alle elezioni amministrative, impegnati  nella lista della Federazione della Sinistra al progetto “BENE COMUNE”. Primo risultato ottenuto da questo impegno, è stato l’elezione del compagno Vincenzo Durante nel Consiglio Comunale di Cassino tra le fila della maggioranza. L’organizzazione della festa Provinciale della FdS a Cassino, e il successo ottenuto con la partecipazione di tantissimi cittadini a questo evento nella penultima settimana di settembre, avevano aggiunto un altro importante tassello di presenza forte e viva dei compagni di tutto il cassinate che sono tutt’altro che marginali in un’area di crisi particolarmente profonda, con realtà industriali intrecciate fortemente col tessuto sociale ed economico. In questi luoghi il compagno Antonio Capaldi era fondamentale, perché capace di studiare i fenomeni che determinavano tutte le attività di gestione del potere economico e politico e agire per creare i giusti spazi di conflitto e di lotta. Con la sua scomparsa abbiamo perso non solo un bravo compagno, ma anche un pezzo della nostra storia nella nostra provincia. Addio Antonio!!


La Segreteria Provinciale del Partito

della Rifondazione Comunista di Frosinone


Con Antonio se ne va un militante comunista puro, un uomo di pensiero e di lavoro, capace di interrogare la teoria rivoluzionaria come di affrontare le campagne organizzative ed elettorali, i problemi del bilancio, le urgenze di ogni tipo. Mente libera, attento ai dettagli ed alle contraddizioni del dire e dell'agire, sincero fino al rischio dell'antipatia con chi limpido come lui non era.

Quante volte ci siamo trovati "contro", quante discussioni senza fine... Mai in malafede, mai per un interesse che non fosse quello per la bandiera!
E quante volte, invece, si era d'accordo, e non c'era bisogno di troppi se e troppi ma...
I lunghi confronti telefonici su questioni ideologiche o organizzative, i congressi con i loro strascichi di veleni e sospetti, ma con Antonio non ti potevi nemmeno arrabbiare, perché era pulito, e lo sapevi. Ci si consigliava, ti aiutava a chiarire le idee, ci si scambiavano opinioni, punti di vista, ogni volta come se avessimo reciprocamente scoperto la chiave di tutto. E invece poi si ripartiva, in quel viaggio infinito che è la coscienza critica.
Militanti, e quindi mai a riposo, sempre il dovere davanti, sempre l'urgenza di qualche battaglia "finale", che finale non è mai.
Vederlo così, muto e immobile ma non del suo silenzio riflessivo, immobile senza speranza di uno scatto, di un gesto magari irato, ma politicamente pesato e moralmente ineccepibile, vederlo senza vita è stato un colpo duro, spiazzante. Sapevamo bene del male che lo corrodeva ormai da tempo, ma la definitiva parola della morte toglie ogni volontaria illusione.
Senza mai chiedere compensi di nessun tipo, senza sentirsi indispensabile ma senza far mai mancare il suo contributo, così è stata la vita nobile di questo intellettuale contadino, legato alla sua terra ed alla sua bandiera. Un mese priam di morire mi ha chiamato per dirmi della festa che stava organizzando con i suoi compagni, invitandomi a partecipare, a vederci come tante volte.
I suoi ultimi giorni di sofferenza non lo hanno consentito. Spero sia l'unico debito che ho con Antonio Capaldi, compagno fraterno e spirito libero.
Giovanni Morsillo