Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 24 marzo 2015

Centro storico di Frosinone. Uno squallido backstage

Luciano Granieri

La rappresentazione della  passione di Cristo, dai costi hollywoodiani, andata in scena  domenica scorsa,  presso il   centro storico di Frosinone è  stata una ulteriore operazione utile ad enfatizzare     un  palcoscenico  che nasconde uno squallido  backstage.  Il festival estivo dei conservatori, operazione peraltro  assolutamente meritoria, le baracchette di Natale, di una tristezza infinita nel tentativo mal riuscito di scimmiottare i mercatini natalizi del  nord Italia, non sono altro che il nobile tappeto, sotto cui nascondere l’immondizia di un quartiere degradato. 

Cosa c’è dietro piazza Vittorio Veneto,  con la fontana tricolore ultimamente usata per fare gavettoni ai manifestanti  grillini?  Quale è la realtà che appare  dopo che le bancarelle di antiquariato  del mercatino mensile domenicale, hanno smobilitato?  Cosa c’è sotto il tappeto? Vicoli semi deserti, cornicioni che cadono in pezzi, risse fra disperati in preda a raptus alcolici,  in una parola “degrado”.  

Puntualmente la riqualificazione del centro storico è  diventata  il cardine   dei programmi elettorali dei sindaci che si sono succeduti alla guida della città e puntualmente è rimasta  disattesa. Non fa eccezione  l’attuale sindaco Nicola Ottaviani.  La scaltrezza nell’organizzare grandi eventi fra le mura antiche,  potrà aver intortato qualche mercenario delle truppe cammellate al soldo del sindaco, ma non ha fermato il processo di degrado del centro storico, anzi ne ha impresso un’ulteriore accelerazione.  

Non incanti la trovata  di nominare un assessore ad hoc, la piddina per un giorno , passata alla concorrenza,  Rossella Testa. Lo  sappiamo tutti che questa operazione è parte del piano escogitato dal sindaco utile a creare una squallida rotazione di deleghe  per soddisfare la fame di poltrone dei suoi caporali. 

Proprio il neo assessore al centro storico ha organizzato  una serie di incontri con i commercianti per raccogliere proposte utili a rianimare la zona. Pare che gli invitati fossero pochi, non tutti,   una sparuta cerchia collaterale all’attuale amministrazione. Quanto giovi alla causa un tale approccio, soprattutto se non si convocano tutti gli interessati è tutto da verificare. 

Ma cosa servirebbe per far risorgere il centro storico ? Molto semplice, la gente,  quelli già vivi non il Cristo morto in attesa di risorgere .  Le abitazioni si stanno svuotando, lasciando interi vicoli disabitati, i pochi locali stanno chiudendo e quelli che rimangono devono subire la concorrenza dei distributori automatici di bevande, soprattutto  alcoliche, a prezzi stracciati. E’ fuggita la cultura e l’intrattenimento, sono fuggite le persone. E’ rimasto il vuoto. 

Radical chic e notabili, soggetti da Rotary o Lyon club, che sfilano davanti ai musicisti  durante il festival dei conservatori, non capendo un cazzo di musica, ma impegnati a sfoggiare la borsetta o il sandaletto firmato, non servono a rivitalizzare il centro storico. E’ necessaria le presenza delle persone sempre, servono posti  stanziali dove si eroghi  cultura e intrattenimento in tutti i periodi dell’anno, non solo durante il festival dei conservatori o le passioni dei  vari cristi. 

Creare spazi di incontro per le persone, luoghi dove tornare a parlarsi, confrontarsi. Per fare ciò è necessario che l’amministrazione investa risorse economiche ed umane, agevolando chi vuole tornare ad abitare e lavorare  in centro,  favorendo l’apertura di locali dove sia  possibile ascoltare musica fruire di altre espressioni artistiche e culturali.  Aprire botteghe artigiane, in cui organizzare laboratori aperti ai giovani e a chiunque voglia accostarsi alla tradizione manifatturiera popolare. 

Ma all’attuale amministrazione tutto ciò non interessa. Questa è un attività che non porta consenso elettorale. Infatti, si è potuto serenamente rinunciare al progetto denominato “Sistemazione del museo archeologico” - un piano in cui era prevista , oltre che la riqualificazione del  complesso museale sito nel centro storico, la sistemazione della piazza e degli arredi urbani limitrofi alla struttura -per dirottare il finanziamento ottenuto dalla Cassa depositi e prestiti, stanziato per quest’opera, alla realizzazione del nuovo stadio. Un progetto molto più efficace in termini di consenso elettorale, ma soprattutto,  funzionale e rendere disponibile  l’area del Matusa, liberata dall’attuale campo d calcio, alla mega speculazione edilizia ordita dalla nota lobby fondiaria vera padrona della città. 

E qui ritornano i soliti noti. Fino  a quando continueremo a subire la tirannia dei padroni muratori di Frosinone, che si impone ai cittadini attraverso i servigi di amministrazioni dal diverso  colore politico, ma dallo stesso alto grado di asservimento, non ci sarà speranza né per il centro storico, né per ogni altro spazio di vivibilità in città. Bisogna dunque attrezzarsi e costruire delle soggettività politiche consapevoli, che partendo dal rispetto delle esigenze della collettività abbiano il coraggio di liberarsi dalla schiavitù dei padroni muratori e offrire alla cittadinanza un scelta diversa.


Di seguito un video realizzato nell’ottobre del 2010 dove nel corso di un’evento organizzato da Sinstra Ecologia e Libertà, si chiedeva ai cittadini di contribuire con idee e proposte alla rivitalizzazione del centro storico. Come si vede la faccenda è storia vecchia.

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