Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 30 giugno 2015

Ritiro delle delibere: Le reazioni del sindaco Ottaviani

Luciano Granieri

«Ho dovuto constatare che essere assenti per qualche giorno per motivi di salute  sembra sia diventato un “lusso amministrativo” che non posso permettermi, soprattutto davanti alle messe in scena di alcuni scriteriati che hanno cercato di coartare la libertà di voto dei singoli consiglieri comunali, come emerge dai filmati che appena possibile invierò alla Prefettura e alla Magistratura competente. .... Sarò presente personalmente alla prossima riunione di Consiglio, anche se dovessi portarmi dietro una fleboclisi, perché certe azioni di violenza sono intollerabili e ricordano periodi autoritari cancellati dalla storia, come quelli della parte più buia del fascismo o delle foibe istriane. Infine, a quanti erano usi distrarsi a scuola durante la lettura dei Promessi Sposi, è bene ricordare che il comportamento da guappi dei Bravi, che minacciavano la democrazia, non ha lasciato nessuna traccia degna di nota nella memoria collettiva, al pari, però, di Don Abbondio, che era l’unico ad essere intimorito dalla propria ombra, pur avendo dedicato tempo e risorse alla conoscenza».
Nicola Ottaviani Sindaco di Frosinone. 



Se ho capito bene, la lettura del sindaco Ottaviani  sui fatti accaduti   durante il  consiglio comunale del 29 luglio scorso,  relativi al ritiro delle delibere urbanistiche,  è la seguente: Senza la sua autorevole (o autoritaria?) presenza  consiglieri dal coraggio pari all’ignavia di Don Abbondio, si sarebbero  fatti intimidire da quattro fascistelli o nostalgici   titini che dir si voglia,   e avrebbero deliberato senza la necessaria lucidità. Ora passi per l’inopportuna definizione affibbiata a chi come noi era in consiglio per difendere il diritto  democratico alla fruibilità di un inestimabile bene archeologico, ma apostrofare di ignavia, in modo  così deciso, i propri consiglieri, mi pare molto grave. Mi ricorda tanto uno che voleva fare dell’aula della Camera un bivacco di manipoli. Chissà se  in occasione della prossima seduta di metà luglio  in cui, grazie alla sua imprescindibile presenza  saranno  certamente approvate , senza se  e senza ma, le delibere ritirate,  il sindaco sprangherà la sala consiliare? 


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