Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 20 ottobre 2016

Referendum costituzionale e Sanità

 Dott. Luciano Mignoli Specialista in Sanità Pubblica.



Il referendum per la modifica della costituzione  del 4 dicembre  pone importanti interrogativi riguardo anche la modifica del titolo V che prevede la regionalizzazione di alcune competenze. E’ già stato scritto intorno al pericolo di centralizzazione della politica energetica che abolirebbe il diritto locale ad opporsi  a nuove trivelle o altre forme di energia che  distruggerebbero i territori ma il tema cruciale è quello della regionalizzazione sanitaria. La riforma Bindi del 1999 intendeva la regionalizzazione come un sistema per rendere più efficienti i sistemi sanitari regionali ma, confermata anche dalla legge costituzionale del 2001,  lo Stato AVREBBE DOVUTO garantire “ UNIFORMITA’ DI CURE E SERVIZI A TUTTI i CITTADINI INDIPENDENTEMENTE DALLA REGIONE DI APPARTENENZA”. COMPITO QUESTO DEL MINISTERO DELLA SALUTE CHE ATTRAVERSO I PIANI DI RIENTRO E  IL SI.VE.AS ( Sistema di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria) aveva l’obiettivo della verifica dell’appropriatezza e qualità delle cure. TUTTO QUESTO NON E’ AVVENUTO; LA CAUSA SECONDO GLI  ESPERTI E’ STATA UNA MANCANZA DI REGIA NAZIONALE e la polarizzazione dei governi solo sul taglio dei costi. I LEA infatti (livelli minimi di assistenza )non hanno mai definito i livelli di accessibilità e qualità delle cure richieste, anche i  piani nazionali per le liste d’attesa erano privi di sanzioni quindi inutili. Invece che   a un’agenzia nazionale sulla qualità delle cure le regioni e  il governo sono ancora costretti a rivolgersi a enti privati come l’ex Tribunale dei diritti del malato-Cittadinanza attiva o la Sant’ Anna di Pisa per avere i dati dei problemi percepiti o per un’analisi dei sistemi sanitari (vedi la Puglia ultimamente).
OGNI ATTENZIONE E’ STATA DATA SOLO AL RIENTRO ECONOMICO FACILMENTE
OTTENUTO CON IL  BLOCCO DELLE ASSUNZIONI E PEGGIORAMENTO CONSEGUENTE DEL SERVIZIO. LA DOMANDA CHE OGNI CITTADINO POTREBBE FARSI E’ QUESTA: MA SE Il MINISTERO DELLA SALUTE NON E’ STATO  FINORA NEMMENO IN GRADO DI ASSICURARE QUALITA’ E UNIFORMITA’ DELLE CURE come fara’ a prendersi in carico anche la gestione economico-organizzativa del Sistema
sanitario nazionale? SI DESIDERA CENTRALIZZARE IL CONTROLLO DELLA QUALITA’ O SOLO IL BILANCIO?  CENTRALIZZANDO COSTI E ORGANIZZAZIONE NON SI RIDURRA’ AL SILENZIO LE  PROTESTE DELLE REGIONI SUI TAGLI DI SPESA?

Riassumendo    sulla modifica titolo V per quanto riguarda la sanità:


1) nelle leggi del 1999 e del 2001 vi era l'indicazione che l'azione regionale fosse coadiuvata dal ministero della salute che controllasse non solo i bilanci ma anche la qualità. Questo non è avvenuto  per non volontà politica o per incapacità.


2) questa incapacità non muta ricentralizzando tutto , anche perchè l'obiettivo è sempre il bilancio ( il ministero di riferimento diventa quello delle finanze) e non la uniformità delle cure e la qualità, quindi non migliorerà niente e i sistemi resteranno sempre uno ogni regione (Cavicchi ha scritto su questo)


3) il decentramento ha portato invece una serie di idee innovative provenienti dalle regioni (ass. domiciliare integrata dal Veneto, case della salute dalla Toscana e dall'Emilia, codici di priorità in sperimentazione in Veneto e molto altro) che non sarebbero mai venute dal ministero, bastava estenderle seriamente non con leggi inutilizzabili perchè fuori dai contesti regionali ( vedi legge sulle medicine di gruppo integrate nel territorio)


4) il tema cogestionale tra Sanità-Asl e comuni è importantissimo ( specialmente per le urgenze socio-sanitarie) ma lasciato cadere alle iniziative nulle delle conferenze dei sindaci, oggi dovrà essere riregolamentato perchè c'è , ci sarà una Asl(azienda sanitaria) ogni provincia


5) non esiste un'Agenzia nazionale funzionante per le verifica della qualità delle cure, solo le associazioni private si interessano a questo (Cittadinanzattiva, Sant'Anna di Pisa), l'obiettivo è sempre rendere più inefficiente il SSN per dare il via all'assistenza integrativa.


Potremo dare il nostro apporto sulle necessarie modifiche in qualsiasi caso vada il referendum per il quale visto i presupposti consiglierei di votare no per ritornare a sedersi lungo un tavolo sulle cose importanti altrimenti paradossalmente resterà tutto come prima.

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