Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 1 dicembre 2016

Il megafono del No

Luciano Granieri


Domenica scorsa, 27 novembre c’era da fare un po’ di cagnara in piazza a favore del No alla riforma costituzionale. Fuori dai teatri e dai dotti convegni, in cui un po’ ce la cantiamo e ce la suoniamo, si trova la “ggente” quella che non capisce, giustamente, perché in presenza di una crisi economica infinita, con un  aumento di povertà e privazioni  generalizzato, si sia dovuta intraprendere una santa e aspra  crociata  per cambiare 47 articoli della Costituzione.  E’ necessario rivolgersi  proprio a quella gente , una vasta platea di  persone che tutte insieme confluiscono nell’attuale 27% di indecisi se andare a votare e come votare. 

Dopo un analoga iniziativa organizzata a Frosinone, stavolta il luogo prescelto è stato Sgurgola. Una cittadina che affaccia sulla sterminata pianura della Valle del Sacco. A sollecitare la cagnara, i compagni di Rifondazione Comunista, il segretario provinciale Paolo Ceccano, Marina Navarra, ed il figlio Francesco che sono proprio di Sgurgola. L’appuntamento è per le 10,00 in un punto strategico. Una via che collega le due piazze principali del paese:  quella dove c’è la chiesa e  quella dove si gode un  suggestivo panorama dal belvedere affacciato  su una valle che, se non fosse inquinata e deturpata da abnormi insediamenti industriali, sarebbe straordinaria . 

Ore 10,30 si arriva al posto prefissato, Renzi la chiamerebbe “location”. Il servizio del bar di fronte è impeccabile, insieme a cappuccino e cornetto è incluso anche il tavolino e le sedie necessarie per allestire l’area dove si deve  comiziare. Il tutto grazie a Marina.  E’ incredibile , io l’ho sempre detto che è una forte!!! Volantini, bandiera di rifondazione listata a lutto per la scomparsa di Fidel, manifesto del No attaccato affianco alla bandiera, megafono e l’avventura può   iniziare. E’ vero, il megafono, le bandiere, i volantini, il comizio è roba da vecchia comunicazione politica, ma perché quella nuova è meglio? Almeno noi abbiamo risparmiato i 400mila euro che Renzi ha elargito  ad un  gurù del marketing politico, tale Jim Messina. 

Prima parte della mattinata: Comincia un via vai lento davanti al nostro tavolino , la gente un po’ assonnata passa, guarda, prende il volantino.   Parte la prima bordata di ragioni del No dal nostro megafono. Bisogna organizzarsi meglio . Paolo e Marina con una buona scorta di volantini, partono verso le due piazze ed  il mercato. Se Maometto non va alla montagna…. Io e Francesco rimaniamo a piegare altri volantini e ad arringare una folla che, per ora,   non c’è,  qualche amico e nulla più . 

Ulteriore  blitz al mercato, ma è presto, la gente è ancora in casa. Fa freddo anche se non da fastidio. Sgurgola sembra ancora avvolta dalla pigrizia domenicale, ma si comincia a discutere con qualcuno che si mostra interessato all’argomento. Verso mezzogiorno prende a diffondersi  nell’aria il profumo di sugo e arrosto. Aromi che in città sembrano  diventare sconosciuti. Non so se  è un caso ma allo spargesi di tali  allettanti effluvi, la gente inizia  ad affollare la strada. Molte persone escono dalla chiesa. Forza  diamoci dentro con  i volantini ed il megafono. Anche  l’altra piazza, quella con il belvedere, comincia a popolarsi. Mi dirigo li per iniziare la mia arringa a favore del No e  mi accorgo che proprio in quel largo c’è la sede del Pd locale. 

La tentazione è  troppo forte. Irrompo nella piazza urlando nel megafono che se fosse stata in vigore la riforma Renzi -Boschi, avremmo avuto Fiorito senatore. Come previsto qualcuno degli astanti, evidentemente aderente alla sezione locale del Pd, reagisce rimarcando  l’inutilità della mia cagnara , perché lì sono tutti a favore del si e per quanto riguarda  Fiorito sono tutte balle. Qualcun altro continua , gridando accalorato, ma senza megafono, che i consiglieri eleggono i senatori tenendo conto delle indicazione dei cittadini, quindi sarebbe stato improbabile ritrovarsi “er batman” a Palazzo Madama. Io sempre urlando nel megafono, chiedo  in quale modo i cittadini potranno indicare i consiglieri senatori. La risposta, a voce piena,  ma senza amplificazione di sorta, è che le modalità si decideranno dopo l’eventuale approvazione della riforma. La mia reazione è  veemente, amplificata dall’attrezzo rivoluzionario. Faccio notare che si votano riforme complete, la Costituzione è roba seria e deve prevedere al suo interno in modo preciso  ogni passaggio .

 La discussione prosegue  sulle altre tematiche referendarie, ma le mie ragioni risuonano  sempre più forti, sia nel merito, ma soprattutto nei decibel.  Loro questionano a voce normale, io rispondo con il megafono. Lo ammetto è  una lotta impari. I piddini sono  ascoltati solo dalla gente attorno, la mia stentorea voce invece si diffonde, grazie alla rudimentale ma efficace amplificazione,  in tutto il largo,  nella via dove c'è  il banchetto, fino alla piazza della chiesa. Un tizio mi si è avvicina  sussurrando che grazie alla mia cagnara  non tutti in quella piazza avrebbero votato si, infatti lui si era convinto per il no.  

Il  segretario Provinciale del Prc Paolo Ceccano, mi riprende  sostenendo come fosse scorretto discutere con persone  che non hanno  la mia stessa arma in grado di amplificare la voce .  Ma chissenefrega, perché invadere le TV un giorno si e l’altro pure, magnificando la riforma e vaticinando scenari catastrofici in caso di affermazione del no è corretto?  E’ corretto lasciare così esigui spazi di comunicazione a chi non è favorevole alla DEFORMA? Ecco noi a Sgurgola abbiamo rovesciato il tavolo sonoro. Domenica erano le nostre ragioni ad oscurare quelle del si. Non c’è niente da fare con un buon megafono e la volontà di lottare le rivoluzioni si possono ancora fare. Intanto cominciamo a dare fiato al megafono delle  urne. Domenica prossima votiamo No.

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