Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 24 marzo 2017

Giovani Comunisti contro l'UE.

Luciano Granieri




Il Fronte della Gioventù Comunista,  in un’assemblea   organizzata presso la sala consigliare del palazzo della Provincia a Frosinone, ha spiegato la propria  linea politica nei confronti dell’Unione Europea. L’incontro, svoltosi ieri sera, aveva lo scopo di aprire un ampio  dibattito  sulla necessità  di uscire dall’ UE. Il tavolo dei  relatori, invitati da Gianluca Evangelisti del Fronte della Gioventù Comunista di Frosinone, era composto da Tiziano Censi, responsabile regionale della formazione giovanile comunista, già candidato Presidente del VII Municipio all'Assemblea capitolina per il Partito Comunista, Fabio Massimo Vernillo componente del comitato centrale del Partito Comunista. 

Al saluto di  Gino Rossi, portavoce di disoccupati ex VDC costituiti  nel movimento “Vertenza Frusinte”  - riuniti  in assemblea permanente per rivendicare oltre che il posto di lavoro, il prolungamento degli ammortizzatori sociali - è seguito l’intervento di Tiziano Censi.   La relazione del giovane dirigente comunista è stata lucida  e rigorosa. Ha inquadrato perfettamente la situazione, svelando ciò che si nasconde dietro la menzogna dell’Europa dei Popoli. Un  enorme terreno predatorio   in cui i grandi monopoli e le  lobby speculativo-finanziarie, mietono le loro vittime fra i lavoratori e gli studenti, depredando ulteriormente quel popolo del 99% di sfruttati che possiede una ricchezza pari al restante 1% di super ricchi.  

Censi  ha spiegato come la burocrazia di Bruxelles sia manovrata direttamente da queste mega entità economiche, le quali,  possiedono parte dei  loro uffici vicino ai palazzi delle Istituzioni Europee. Ciò al fine  di indirizzare, controllare e condizionare, per il proprio profitto,  le politiche riguardanti  tutti i cittadini. Politiche che incidono quotidianamente sulla carne viva delle persone non solo del vecchio continente ma di tutto il mondo globalizzato. Il jobs act rientra nella logica, imposta dall’UE tesa a rendere il lavoro una variabile da sacrificare sull’altare della competitività. Come non rilevare che l’abolizione dell’art.18 rende i lavoratori schiavi, destinati ad accettare ogni sopruso pur di non essere licenziati. Stesso dicasi per la Buona, si fa per dire, Scuola, altro mostro  renziano emanazione diretta dei diktat europei, dove l’alternanza scuola-lavoro non produce altro che mano d’opera gratuita per le grandi multinazionali, Mc Donald’s in primis. 

L’analisi è stata condivisa dall’altro relatore, Fabio Massimo Vernillo, il quale ha messo in risalto  che nessun correttivo è possibile per un’ Unità Europea concepita in funzione del pieno sviluppo capitalista e liberista. L’unica alternativa è rigettare questo disegno e ripensare le dinamiche dei rapporti sociali e politici mondiali nell’ottica di un’organizzazione in cui il potere sia nelle mani dei lavoratori e di coloro che oggi sono sfruttati. Per fa ciò, ha aggiunto Vernillo, è necessario  riorganizzare   una  stretta collaborazione e condivisione fra studenti e lavoratori. Un sodalizio che fra gli anni e ’60 e ’70, grazie alle grandi lotte ingaggiate sui temi dei diritti sociali, era riuscito ad ottenere   importanti conquiste sui diritti  del lavoro, sulla sanità e  sull’istruzione pubblica. 

Il dibattito è proseguito con interventi e domande. Un ragazzo di chiara estrazione riformista, ha riproposto  la  tesi mainstream basata su un’Unità Europea, sicuramente  da correggere, ma  indispensabile a  combattere le derive antidemocratiche dei cosiddetti populismi, e  necessaria a difendersi in modo più incisivo dal terrorismo. Evidentemente le basi di questo ragionamento non contemplano le ragioni liberiste su cui è stata pensata un’unione che è solo economica. Marina Navarra, dirigente provinciale di Rifondazione Comunista, portando il saluto del segretario, Paolo Ceccano,  e dei militanti,  ha condiviso le posizione del Fronte della Gioventù Comunista. Temi compresi anche nella seconda mozione, da lei votata,  presentata al congresso nazionale di Rifondazione. Un documento  nel  quale si auspica la rottura con questo modello di Unità Europea. Una visione  che si differenza da quanto espresso nella prima mozione, quella maggioritaria, favorevole ad ampi correttivi in senso politico e sociale delle dinamiche europee, piuttosto che  il  rifiuto  del processo unitario. 

Un ragazzo ha posto il problema di come attuare azioni più immediate contro le derive liberiste, considerando il processo di  percezione e condivisione della natura anticapitalista dell’UE lungo e complicato. Un tema che ha ripreso anche il sottoscritto suggerendo come, un’ uscita dall’euro, la conseguente nazionalizzazione delle banche, il rifiuto da parte dei Paesi del sud Europa di pagare il debito, il rigetto del  fiscal compact, possano costituire prime azioni di sabotaggio al vorace ingranaggio capitalistico-finanziario.  

Al di la delle posizioni emerse,  e delle varie appartenenze, è scaturita  la volontà di costruire una casa comune su questi temi. Una costruzione in cui, partendo dalla condivisione del rifiuto di un’ Unione liberista,  si  avvii  un percorso condiviso  per l’ottenimento di una comunità   internazionale anticapitalista e liberista.  

In termini numerici, la partecipazione si è rivelata  in linea con tutte le iniziative politiche che di solito si tengono nel Capoluogo, una città, assolutamente dormiente sulle questioni sociali e politiche. Un fatto nuovo è però emerso: l’età media dei partecipanti abbondantemente al di sotto dei  venticinque anni. Se non avesse partecipato, oltre al sottoscritto, Marina Navarra ,Fabio Massimo Vernillo,  militanti sulla cinquantina, l’età media avrebbe potuto essere anche più bassa. Pure  gli inviati del quotidiano “l’Inchiesta” di Frosinone, Luca Claretti e Matteo Ferazzoli, sono ragazzi, giovani e pieni di speranze rivoluzionarie (è una mia valutazione non  me ne vogliano Matteo e Luca). 

Dunque non è vero che la passione politica non si addice al mondo giovanile. E’ una pericolosa e ingiusta semplificazione considerare i giovani una massa  disinteressata e nichilista. Il dibattito di ieri dimostra come  importante sia la militanza di  ragazze e ragazzi consapevoli, informati , e combattivi. E’ una presenza che lascia ben sperare in un futuro dove la lotta sociale potrà avere un’importante evoluzione . Sta però a noi, vecchi militanti , fare un passo indietro, lasciare che questa nuova generazione possa trovare un suo spazio importante, predominante. 

Forse uno dei tanti errori compiuti  è stato proprio quello di soffocare, in virtù di un protagonismo comune a molti di noi, il sottoscritto in primis, l’affacciarsi di nuovi soggetti. Non si tratta di passare la mano e ritirarsi in buon ordine, ma è necessario mettere a diposizione la nostra esperienza con il suo portato di sconfitte e vittorie, alle  forze giovani che si stanno affacciando nel panorama politico, e aprire con loro un nuovo capitolo  di lotta decisamente più incisivo.




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