Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 19 novembre 2017

Che ne sarà delle aspirazioni elettorali dei "Civici"?

Luciano Granieri ,  Comitato 4 Dicembre per la Costituzione Frosinone.




La mesta fine dell’esperienza unitaria tentata dall’Alleanza Popolare per la Democrazia e l’Eguaglianza  (gli auto convocati del Brancaccio, per intenderci) segna l’ennesima fallimento di un progetto finalizzato alla    collaborazione fra   forze civiche e partiti strutturati. Nonostante la buona volontà e lo spirito di servizio dimostrato da Anna Falcone e Tomaso Montanari, l’esito non poteva essere diverso da ciò che si è manifestato. 

A mio parere l’esperienza del Coordinamento per la Difesa della Costituzione, che ha condotto e vinto  la battaglia referendaria contro la  riforma scritta da J.P. Morgan ed affidata alla fallimentare realizzazione del duo Renzi-Boschi,  ha avuto il merito di fornire agli altri movimenti civici uno scenario unico nel quale inserire le proprie istanze specifiche. Lo scenario è la Costituzione. In nome della Carta, i movimenti  per l’acqua,  per la legge d’iniziativa popolare sulla scuola, per la tutela ambientale, e altri ancora, hanno inserito le loro azioni  all’interno dell’unitario contesto  costituzionale. 

Un risultato straordinario che ha dotato tali organizzazioni di una forza nuova e prorompente, in  grado di diventare baluardo per la difesa dei principi costituzionali ed esprimere  una  spinta propulsiva per   riproporre con forza le ragioni di ogni singola rivendicazione. Anna Falcone e Tomaso Montanari sono stati assoluti protagonisti della battaglia referendaria proprio attraverso l’attività all’interno, o in collaborazione, con il Coordinamento Democrazia Costituzionale e dal quel movimento avrebbero dovuto  trarre lezione   nel loro lodevole tentativo di costituire una lista in grado di presentarsi alle elezioni. 

Dall’esito del referendum costituzionale è emerso che quando il cittadino è in grado di esprimere un voto determinante per l’esito delle consultazioni e inerente a temi concreti, non diserta le urne. Il proposito  dei "Civici"poneva tale considerazione fra le principali  motivazioni per una candidatura alle  politiche . Sottoporre agli elettori  programmi finalizzati  ad una più efficace redistribuzione del reddito, alla rivalutazione  del lavoro come elemento di promozione della dignità umana,  e comunque ad una riaffermazione  ed applicazione dello spirito sociale della Costituzione,  avrebbero potuto ricondurre alle urne  un blocco sociale  da decenni privo di rappresentanza. 

Se le finalità dell’operazione elettorale così congeniata era condivisibile, non lo è stata altrettanto la sua  attuazione. La modalità originaria,  basata sul coinvolgimento dei cittadini nei territori   per la  redazione di un programma condiviso , e la conseguente partecipazione assembleare nell’individuazione del portavoce, era appropriata, ma poi in nome della pretesa di costituire una lista unitaria alla sinistra del Pd il tutto è naufragato. 

L’esperienza maturata nella battaglia referendaria avrebbe dovuto insegnare   che la voglia di partecipazione dei cittadini trova un ostacolo insormontabile quando si profila il coinvolgimento di soggetti che già siedono in Parlamento. Nello specifico, cercare l’unità con formazioni costruite nel laboratorio  delle  aule parlamentari è stato  un errore madornale.   Sinistra Italiana, Possibile e Mdp sono entità che non hanno una base popolare, i loro esponenti sono stati eletti in altri contesti,  nella  coalizione "Italia Bene Comune" che aveva come ragione sociale il consolidamento del centro sinistra. La   stessa ragione sociale che oggi i fuoriusciti da  quella esperienza, per motivi spesso ambigui, promotori   dei  gruppi appena  citati,  rifiutano. 

Queste sono le persone che votarono la macelleria sociale di Monti, provarono  a manomettere la Costituzione già nel governo Letta quando tentarono di  sovvertire l’art. 138. Il popolo referendario magistralmente guidato proprio dalle associazioni di Falcone e Montanari mai riconoscerebbe come propri  rappresentanti  questi soggetti.   

E’ possibile che tali semplici considerazioni non abbiano  sollecitato riflessioni in  Falcone e Montanari?  Valutazioni più puntuali e realistiche forse avrebbero  sconsigliato sin da subito l’abboccamento con certi compagni di viaggio. Non si sarebbe perso tutto questo tempo nel rincorrere  tentennamenti e   tattiche spartitorie, per poi abbandonare tutto  come era chiaro fin dall’inizio. Ma soprattutto non si sarebbe persa una buona fetta di credibilità.

 Si vuole  partecipare alle elezioni ? Ebbene che si tenga conto dell’art.49 della Costituzione. Si costruiscano liste in cui i cittadini  possano esercitare il loro diritto a partecipare alla vita politica.   Si rifiuti la collaborazione   di notabili,  già titolari illegittimi  di un scranno,  che hanno il solo interesse a raggiungere  il  3% per rimanere in Parlamento, non importa se in maggioranza o all’opposizione.

Purtroppo nonostante la delusione per come i partiti abbiano trattato l'esperienza dei "Civici" Falcone e Montanari ci riprovano proponendo al gruppo di Mdp, Sinistra Italiana, e Possibile, una diversa organizzazione dell'assemblea del 3 dicembre  che certificherà la composizione delle  liste, non più composta solo dai delegati, eletti nelle assemblee regionali, ma da tutti i volenterosi militanti di questa nuova sinistra, senza preclusioni. Attendono risposte......Errare è umano ma perseverare è diabolico.


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